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PIR ordinari, stime prudenti di raccolta

6/23/2022

La recente volatilità e l'incertezza dei mercati continueranno, almeno nel breve termine, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei PIR nei prossimi mesi. Le previsioni di Intermonte


La recente volatilità e l'incertezza dei mercati continueranno, almeno nel breve termine, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei PIR nei prossimi mesi. E’ quanto prevede Intermonte, che ipotizza una raccolta lorda di 600 milioni di euro da parte di nuovi sottoscrittori per tutto il 2022.

 

Secondo i dati aggiornati sulla raccolta PIR rilasciati il 18 maggio da Assogestioni, nel primo trimestre 2022 i PIR ordinari hanno raccolto 160,2 milioni di euro, mentre i PIR alternativi hanno registrato una raccolta di 83,4 milioni di euro. In termini di asset under management, i PIR ordinari hanno in gestione 19,8 miliardi di euro, mentre ci sono 1,8 miliardi di euro investiti in fondi PIR alternativi. Per quanto riguarda i PIR ordinari, la raccolta netta trimestrale di 160,2 milioni di euro ha prolungato il numero di trimestri in cui si è registrato un trend positivo, iniziato con il secondo trimestre del 2021. Il dato è migliore di quello pubblicato dall'Osservatorio PIR del Sole 24 Ore, che stimava una raccolta di circa 116 milioni di euro, di cui 63,5 milioni a gennaio, 37,7 mln a febbraio e 15,2 mln a marzo. Secondo PIR Monitor, gli afflussi di aprile hanno subito un notevole rallentamento, con un saldo netto positivo di soli 0,7 milioni di euro. Come previsto dall’ufficio studi di Intermonte, la recente volatilità e l'incertezza sui mercati hanno probabilmente avuto un impatto negativo sugli afflussi.

 

Dopo il lancio ufficiale dei "PIR alternativi", il Decreto Agosto ha aumentato l'investimento massimo annuo da 150 mila a 300 mila euro: il PIR alternativo è un wrapper con benefici fiscali simili ai PIR (es. esenzione fiscale delle plusvalenze per investimenti tenuti per almeno 5 anni) e, a sua volta, è in grado di investire in ELTIF, fondi di private equity o fondi di private debt. A causa degli investimenti in attività illiquide (più vicine all'economia reale ma più rischiose), gli investitori affluent sono i clienti target. L'importo massimo investibile all'anno è di 300.000 euro a persona (contro i 30.000 euro dei PIR), fino ad un massimo cumulativo di 1,5 milioni di euro a persona. Inoltre, il limite di concentrazione (cioè l'investimento cumulativo massimo in un singolo titolo) è stato fissato al 20% (il 10% è il limite per i normali fondi PIR). Secondo Intermonte l'interesse degli investitori sarà probabilmente alto (afflussi di 3-5 miliardi di euro all'anno stimati da Assogestioni). Questi strumenti alternativi sarebbero, infatti, adatti a superare la volatilità dei mercati, dato il loro impegno a lungo termine, e sono complementari ai fondi PIR in senso più ampio (pensati per investitori semi-professionali piuttosto che retail). “Riteniamo che l'introduzione dei PIR alternativi potrebbe anche rappresentare una soluzione intelligente all'attuale impasse a livello UE sugli ELTIF, in quanto i nuovi PIR alternativi sono autorizzati a comprare fondi ELTIF, beneficiando così indirettamente questi ultimi” evidenziano gli analisti

 

Per quanto riguarda le stime sui PIR ordinari, come anticipato Intermonte prevede che la recente volatilità e l'incertezza dei mercati continueranno, almeno nel breve termine, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi. “Per quanto riguarda le nostre previsioni di afflussi per il 2022, abbiamo già evidenziato come fossero basate su ipotesi troppo aggressive. Alla luce dell'attuale scenario e dei dati ufficiali di Assogestioni relativi al primo trimestre 2022, stiamo assumendo un atteggiamento più prudente: la nostra nuova stima di afflussi per il 2022 di 838 milioni di euro implica comunque che i prossimi tre trimestri vedranno afflussi complessivi di quasi 680 milioni di euro. Nel lungo termine, le nostre ipotesi si basano sull'aspettativa che l'interesse per questo prodotto rimanga piuttosto alto grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista dei distributori, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell'investitore”.

 

Vediamo in sintesi le principali ipotesi alla base delle attuali stime di Intermonte. Per il 2022, viene ipotizzata una raccolta lorda di nuovi sottoscrittori di PIR pari a 600 milioni di euro. Per quanti sottoscrivono PIR in modo continuativo, “prevediamo che la raccolta complessiva nel secondo anno sarà pari a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello); nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) ci aspettiamo afflussi stabili, pari in media al 60% degli investimenti effettuati nel secondo anno”. Infine, Intermonte calcola l'ammontare del capitale che sarà ritirato dagli investitori che decideranno di uscire dal fondo prima del prima del termine dei cinque anni (per qualsiasi motivo) a circa il 4% delle attività in gestione nel 2022 e oltre.

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