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PIR, prosegue il trend negativo

11/22/2022

Secondo i dati preliminari, a luglio, agosto e settembre sono proseguiti i deflussi, che portano il dato annuale a -279 milioni di euro. Intermonte prevede che volatilità e incertezza continueranno a pesare sulla raccolta


Il terzo trimestre 2022 ha visto proseguire il trend negativo per la raccolta dei PIR ordinari, che secondo i dati preliminari da inizio anno hanno registrato complessivamente deflussi per 279 milioni di euro, e Intermonte prevede che l’attuale volatilità dei mercati e l’instabilità politica continueranno a condizonare negativamente i flussi d’investimento in questi strumenti.

 

Secondo i dati di Assogestioni, nel primo trimestre del 2022 i PIR ordinari hanno raccolto 160,2 milioni di euro, mentre i PIR alternativi hanno registrato una raccolta di 83,4 milioni di euro. “In termini di aum - si legge nel report di Intermonte - i PIR ordinari hanno in gestione 19,8 miliardi di euro, mentre 1,8 miliardi di euro sono investiti in fondi PIR alternativi. Per quanto riguarda i PIR ordinari, la raccolta netta trimestrale di 160,2 milioni di euro ha prolungato il numero di trimestri in cui si è registrato un trend positivo, iniziato nel secondo trimestre del 2021”.

 

Tuttavia, Intermonte evidenzia che la situazione è peggiorata significativamente nel secondo quarto del 2022. “A settembre, Assogestioni ha segnalato deflussi dai fondi PIR ordinari nel secondo trimestre per 196 milioni di euro, portando il saldo totale del primo semestre a 35 milioni di euro. Il dato è leggermente migliore di quello anticipato dall'Osservatorio PIR del Sole 24 Ore, che stimava 234 milioni di euro di deflussi nel secondo trimestre 2022. A fine giugno le masse gestite si sono attestate a 17,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 19,8 miliardi di euro di fine marzo (-11,6%), chiaramente a causa dell'andamento dei mercati. Per quanto riguarda i PIR alternativi, la raccolta nel secondo trimestre è stata di 153 milioni di euro, in accelerazione rispetto al primo trimestre (83 milioni di euro), con un dato a un anno di 236 milioni di euro e un AuM di 1,44 miliardi di euro (rispetto agli 1,8 miliardi di euro a fine marzo)”.

 

Secondo l'Osservatorio PIR, i deflussi sono proseguiti anche in luglio, agosto e settembre, rispettivamente con -63, -57 e -124 milioni di euro, portando il dato annuale a -279 milioni di euro.

 

Secondo Intermonte la recente volatilità e l'incertezza del mercato dovrebbero continuare, almeno nel breve periodo, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi. “Alla luce dello scenario attuale e dei recenti dati preliminari del PIR monitor - si legge ancora nel report - abbiamo rivisto le nostre stime di afflussi per il 2022 e il 2023 rispettivamente a -159 milioni e 654 milioni di euro (da 52 e 800 milioni di euro) e notiamo che la visibilità rimane bassa, sia a causa del contesto generale di mercato, sia per la specifica transizione politica italiana post-elettorale. Nel lungo termine, le nostre ipotesi si basano sull'aspettativa che l'interesse per questo prodotto rimanga piuttosto alto grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista del distributore, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell'investitore”.

 

Intermonte illustra le principali ipotesi alla base delle attuali stime. Per il 2022, si ipotizza una raccolta lorda da parte dei nuovi sottoscrittori di PIR pari a 40 milioni di euro (da 90 milioni di euro). In secondo luogo, per quanti sottoscrivono Pir in modo continuativo,  gli analisti dell’investment bank indipendente stimano che la raccolta complessiva nel secondo anno sarà pari a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello); nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) si prevede una raccolta stabile, pari in media al 60% degli investimenti effettuati nel secondo anno. Infine, Intermonte calcola che l'ammontare del capitale che verrà ritirato dagli investitori che decideranno di uscire dal fondo prima del termine dei cinque anni (per qualsiasi motivo) sia pari a circa il4,3% degli asset under management nel 2022 e oltre.

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