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Fondi europei, gli ETF superano la tempesta

3/20/2023

Secondo i dati di Refinitiv Lipper, nel 2022 l’industria ha registrato deflussi complessivi per circa 164,2 miliardi di euro, mitigati dalla raccolta positiva messa a segno dagli ETF


Considerata la complessità e l’incertezza del contesto economico generale, non sorprende che l'industria europea dei fondi d'investimento abbia dovuto affrontare deflussi complessivi nel corso del 2022, e con il calo dei mercati azionari e obbligazionari gli asset in gestione per tutti i tipi di strumenti hanno registrato una contrazione.  

 

Come evidenziano i dati di Refinitiv Lipper, il patrimonio gestito nell'industria europea dei fondi è sceso così da 15.266,2 miliardi di euro al 31 dicembre 2021 a 13.313,1 miliardi di euro a fine dicembre 2022. La maggior parte del patrimonio gestito era detenuta da fondi comuni a gestione attiva (10.657,5 miliardi di euro), seguiti da fondi comuni indicizzati (1.413,1 miliardi di euro) e ETF (1.242,5 miliardi di euro). In termini di singole di asset class, a fine 2022 con 5.372 miliardi di euro i prodotti azionari detenevano la maggior parte degli attivi, seguiti da prodotti obbligazionari (2.946,3 miliardi di euro), prodotti misti (2.365,5 miliardi), strumenti di mercato monetario (1.601,1 miliardi), prodotti alternativi (584 miliardi), prodotti immobiliari (299,6 miliardi), “altri” prodotti (77,8 miliardi) e prodotti sulle commodity (66,8 miliardi).

 

Analizzando i principali trend emersi nel corso del 2022, Refinitiv Lipper rileva che dopo gli afflussi record per i fondi comuni di investimento (nel 2020 e nel 2021) e per gli ETF (nel 2021), l'industria europea dei fondi ha registrato deflussi netti complessivi stimati per circa 164,2 miliardi di euro. Tuttavia fondi comuni e ETF hanno visto un andamento diametralmente opposto: mentre i fondi comuni hanno registrato deflussi netti, stimati in 244,3 miliardi di euro, nel corso del 2022 gli ETF hanno registrato afflussi per 80,2 miliardi di euro. La raccolta positiva degli ETF in questo contesto di mercato riflette una tendenza a cui abbiamo assistito in altri periodi di mercato difficili come la crisi finanziaria o la crisi dell'euro, in cui gli ETF hanno goduto di afflussi mentre i fondi comuni di investimento hanno dovuto affrontare massicci deflussi.

 

A livello di asset class, con 17,5 miliardi di euro di raccolta, i fondi del mercato monetario sono stati la tipologia di asset con gli afflussi netti complessivi più alti stimati per il 2022, seguiti dai fondi misti (+17,3 miliardi) e dai fondi immobiliari (+11,7 miliardi). Queste sono le uniche tipologie di asset con raccolta netta positiva stimata nel 2022. Tutte le altre tipologie di fondi, a partire da obbligazionari (-106,2 miliardi di euro) azionari (-51,0 miliardi) e fondi alternativi (-39 miliardi) hanno registrato deflussi. Il trend complessivo dei flussi di fondi per l'anno 2022 mostra che gli investitori europei sono rimasti prevalentemente in modalità risk-off, anche se i flussi per il quarto trimestre sono stati positivi.

 

Scendendo nel dettaglio delle categorie secondo la classificazione di Lipper, l’azionario globale con 48,5 miliardi si posiziona al primo posto per raccolta. Seguono i bond governativi USD (+23,6 miliardi), i target maturity bond EUR 2020+ (21,9 miliardi), l’azionario globale income (+19,2 miliardi) e il mercato monetario GBP (+12,6 miliardi). Al fondo della classifica, troviamo invece l’azionario europeo (-25,5 miliardi) che ha registrato i maggiori deflussi dell’anno, seguito da obbligazionario “altri” (-20,1 miliardi), azionario eurozona (-19,9 miliardi), obbligazionario CNY (-15,6 miliardi) e obbligazionario USD high yield (-15,1 miliardi).

 

A guidare la classifica europea per asset in gestione a fine dicembre 2022 si conferma saldamente al comando BlackRock con 1.289,2 miliardi di euro, seguita da Amundi (520,1 miliardi di euro), J.P. Morgan (411,7 miliardi di euro), UBS (385,8 miliardi di euro) e DWS Group (370,0 miliardi di euro). Va evidenziato che gli asset in gestione negli ETF hanno svolto, ad eccezione di J.P. Morgan, un ruolo fondamentale per le prime cinque società in classifica.

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