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Fondi hedge: come reagiranno alle mosse della Fed

7/16/2014

Secondo Alessandra Manuli, a.d. di Hedge Invest SGR le posizioni più premianti saranno le allocazioni ribassiste sulla curva dei tassi e sugli investment grade


Nel suo discorso, pronunciato ieri di fronte ai membri della Commissione bancaria del Senato americano, il governatore della Fed Janet Yellen ha detto che negli USA “i tassi di interessi potrebbero salire prima del previsto e più rapidamente se il mercato del lavoro continuerà a migliorare più velocemente delle attese”. Il successore di Ben Bernanke ha dichiarato che "l'inflazione si è mossa al rialzo nei mesi recenti ma resta sotto il target del 2% della Fed”. Di seguito pubblichiamo un commento di Alessandra Manuli, a.d. di Hedge Invest SGR, sulla Fed e sulle prossime mosse dei gestori alternativi, a seguito dell’audizione di ieri.
 
La Federal Reserve sta proseguendo con la graduale riduzione del quantitative easing iniziata in dicembre 2013 (tapering), al ritmo di 10 miliardi di dolalri al mese: attualmente la banca centrale sta effettuando acquisti mensili di Titoli di Stato per 20 miliardi di dolalri e acquisti mensili di agency MBS per 15 miliardi di dollari. Nonostante il tapering, non si è ancora avvertito l'impatto della politica monetaria al margine più restrittiva, in quanto la Fed rappresenta tuttora una percentuale rilevante della domanda di Treasury americani, in un contesto in cui il totale delle emissioni del Tesoro è andato a diminuire gradualmente.
 
Secondo i gestori alternativi l'impatto sulla curva dei tassi americana della politica monetaria al margine più restrittiva della Fed sarà percepito a partire da settembre/ottobre, quando la banca centrale avrà esaurito il quantitative easing e si inizieranno a scontare i primi aumenti dei tassi di interesse, sempre che i dati confermino il miglioramento atteso dell'economia americana, soprattutto con riferimento al mercato del lavoro.
 
In quella fase, i posizionamenti che potranno maggiormente premiare i gestori alternativi saranno:
1.       allocazioni ribassiste sulla curva dei tassi (puntando cioè su uno spostamento al rialzo della curva);
2.       in ambito societario, posizioni ribassiste sugli investment grade, che storicamente hanno rappresentato l'area dei mercati del credito più vulnerabile a politiche monetarie restrittive e già ora hanno rendimenti prossimi ai minimi storici.
 
Con riferimento al tasso di cambio euro/dollaro, difficile trovare fra i gestori alternativi una visione unanime. Analizzando le diverse politiche monetarie, al margine più espansiva quella della BCE e più restrittiva quella della Fed, sarebbe prevedibile un rafforzamento del dollaro rispetto all'euro. Dal punto di vista tecnico, invece, il circolo virtuoso che le politiche monetarie espansive non convenzionali della BCE potrebbero riuscire a innescare in Europa ha le potenzialità per attirare forti flussi di acquisto sulle asset class europee, spingendo quindi al rialzo l'euro, nell'aspettativa di una imminente uscita dell'Eurozona dalla fase di stagnazione economica. Il rischio di rialzo vs. ribasso dell'euro risulta quindi bilanciato nel medio termine e la visione dei gestori alternativi è neutrale.

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