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Finint Investments SGR: ecco i punti di forza del nostro "single manager"

3/23/2016 | Redazione Advisor

L'a.d. racconta ad Advisor le caratteristiche del prodotto che ha vinto il premio alto rendimento e i progetti futuri del gruppo


Vincitori del premio alto rendimento con il fondo Finint Bond e prossimi al lancio di un prodotto liquid alternative Advisor ha incontrato Mauro Sbroggiò (nella foto) AD di Finint Investments SGR, per capire i progetti del gruppo e quali sono le previsioni sul mondo degli "alternativi".

Lo scorso 15 marzo il vostro fondo Finint Bond ha vinto il premio alto rendimento. Quali sono i punti di forza di questo prodotto?

Il Fondo Finint Bond è stato istituito nel 2011 e da inception ha espresso un rendimento cumulato del 72.7% (a dicembre 2015), un rendimento medio annuale del 13.5% ed una volatilità molto ridotta. La strategia adottata dal fondo, sin dal 2011, è stata quella di puntare sul segmento del mercato fixed income che era stato più penalizzato dalla crisi dei mercati finanziari del 2007 e dal quale i principali investitori erano in fuga. Il portafoglio del fondo è infatti concentrato nel settore delle Asset-backed securities (“ABS”) europee che a seguito della crisi dei mutui subprime US venivano a torto e troppo superficialmente considerati universalmente come strumenti tossici, quando in realtà il loro tasso medio di default dal 2008 è stato prossimo allo zero. Si tratta in realtà di titoli secured cash flow based, quindi garantiti da asset reali, con rating relativamente elevati e che storicamente, a differenza del mercato US, hanno presentato tassi di default molto ridotti. Gli ABS sono infatti l’asset class che negli ultimi anni ha dimostrato una redditività elevata e al tempo stesso una ridotta volatilità rispetto al resto del mercato obbligazionario. Il recente programma di acquisto di titoli ABS da parte BCE ed il supporto dato all'asset class da parte dei regulators, sembra poter dare un ulteriore supporto tecnico ai prezzi e potrebbe permettere agli spread di ritornare ai livelli pre 2007.

 

Il mondo dei fondi alternativi è stato quest'anno protagonisti di ritorni non entusiasmanti. Quali sono le vostre previsioni sul prossimo trimestre?

Bisogna fare dei distinguo: le strategie alternative infatti vanno declinate in funzione del contesto di riferimento. Per l’azionario, con strategie principalmente long short e absolute return, è stato un anno molto complesso. I fondi di questa categoria hanno comunque performato abbastanza bene considerando la variabilità degli eventi nel mercato e i continui e bruschi movimenti di volatilità. Per quanto riguarda l’obbligazionario, il quantitative easing ha creato un contesto di mercato con una finestra dei rendimenti più stretta a vantaggio di asset class più profittevoli: solo sull’high yield e sugli asset illiquidi ci sono stati ritorni interessanti. Ritengo, alla luce del primo trimestre, che anche quest’anno sarà analogo: il mercato è diventato molto complesso e l’assunzione di rischio poco auspicata. Le strategie da privilegiare quindi sono quelle a bassa volatilità e di conseguenza i rendimenti, selezionando quindi quelle più appetibili e decorrelate per garantirsi un alpha sul portafoglio.  

Si sta sempre più diffondendo anche nei fondi comuni l'utilizzo di strategie alternative, come per i liquid alternative. Ritenete che possano essere dei competitor oppure si tratta di strumenti e prodotti con orizzonti temporali, strategie e obiettivi di investimento differenti?

Sono prodotti complementari: nascono per rispondere a specifiche esigenze degli investitori, soprattutto per quella categoria che non può o non vuole considerare investimenti di lungo termine o non possiede i requisiti propri degli investitori professionali. Le riteniamo valide e necessarie per allargare la platea della clientela potenziale e aprire ai vantaggi di un portafoglio con strategie alternative, soprattutto per la clientela retail. Ovviamente molto dipende dalla strategia e dall’asset class che si sceglie come oggetto d’investimento: difficile riuscire a trovare asset class su cui investire completamente decorrelate che possano essere declinate in prodotti su base daily in termini di sottoscrizione e rimborsi. Lavoriamo anche noi su quel fronte, soprattutto per quanto riguarda la categoria absolute return, sposando in toto il mantra della gestione del rischio e della diversificazione di portafoglio.

 

Quali sono i prossimi progetti che avete in mente su questo ambito di investimento? 

Stiamo proprio lavorando per fornire una strategia che completi la nostra gamma di prodotti fixed income con un prodotto liquid alternative. Si tratta di un approccio innovativo: una strategia algoritmica che utilizza un Short Term Interest Rate Model (STIRM) che fa trading su base long e/o short sui futures su tassi d’interesse a breve termine utilizzando un algoritmo di tipo ‘momentum’ con futures su titoli di stato. L’abbiamo testata e monitorata negli ultimi 8 anni e siamo convinti che sia il momento di mercato adatto per lanciarla. Si tratta di un prodotto UCITS alternative a liquidità giornaliera con media volatilità e una previsione di rendimenti costanti nel tempo con un target di 500bps sull’euribor.

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