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Il lusso si riprenderà in fretta dopo l’emergenza Coronavirus

3/12/2020 | Daniele Riosa

Ramachandran (GAM): “Anche se prevediamo che le stime degli utili potrebbero subire ulteriori tagli, il comparto non è in alcun modo in una situazione di crisi di liquidità”


“Il settore dei beni voluttuari, in particolare gli operatori croceristici, gli alberghi e le società nell’ambito nel gioco d’azzardo, ha subito il peso maggiore delle restrizioni di movimento legate al coronavirus”. Swetha Ramachandran, investment manager luxury Equities di GAM, ricorda che “il 9 marzo abbiamo assistito a svendite indiscriminate di società quotate in Italia, come Ferrari e Moncler, queste svendite sono state effettuate puramente sulla base del domicilio della società, dato che si tratta principalmente di esportatori non particolarmente esposti all'economia italiana”.

L’esperta vede “crescenti preoccupazioni rispetto alla catena di rifornimento italiana a causa del blocco che sta interessando il Paese. La maggior parte della produzione dei beni di lusso in Italia si svolge in Toscana e, in misura minore, in Campania-Sicilia nel Sud. La produzione di abbigliamento si svolge in Lombardia ma è un fattore meno determinante per gli utili dei marchi di lusso rispetto alla pelletteria e agli accessori. La questione chiave per il settore al momento, tuttavia, è la domanda, non l'offerta. Dato che una parte significativa dei prodotti destinati alla vendita in Cina a febbraio è rimasta invenduta, e ora anche i prodotti destinati per l'Europa man mano che il virus si diffonde nella regione, per cui è disponibile un’ampia scorta per soddisfare la domanda quando si riprenderà".

“Gran parte dell'inventario del lusso – sottolinea l’analista - è un surplus piuttosto che collezioni stagionali, a differenza della moda veloce, riducendo quindi l'impatto delle potenziali strozzature dell'offerta italiana che potrebbero emergere. Inoltre, i marchi di lusso hanno tempi di consegna più lunghi e si stanno attualmente preparando per l'autunno / inverno 20 - con l'inventario primavera / estate già pronto e quindi hanno spazio per recuperare su qualsiasi produzione persa nel breve periodo. Fondamentale per il settore del lusso è il consumatore cinese, che guida il 35% della domanda e il 90% della crescita del settore. Vi sono segnali che, a seguito della riapertura dei luoghi di lavoro, dei trasporti pubblici e dei negozi in Cina, il traffico verso i negozi stia iniziando a tornare, sebbene molto lentamente”.

Da un punto di vista del sottostante, “il consumo dei beni di lusso ha registrato buone performance fino alla fine di gennaio, questo è quanto emerge dagli ultimi report delle società, e le vendite potrebbero riprendersi in modo piuttosto netto una volta che la situazione si normalizzerà ulteriormente, probabilmente entro la fine del secondo trimestre. Pensiamo che la crescente volatilità alla fine offrirà interessanti opportunità di acquisto, dato che le motivazioni strutturali dell’investimento nel lusso - quali l'aumento dei consumi dei mercati emergenti (EM) della classe media, rimarranno intatte. Il settore del lusso beneficia di margini elevati, forte generazione di liquidità e solidi bilanci, qualità che potranno aiutare qualora questa situazione dovesse persistere”.

“Anche se prevediamo che le stime degli utili potrebbero subire ulteriori tagli, il settore non è in alcun modo in una situazione di crisi di liquidità e mostra una forte capacità latente di riprendersi una volta che le condizioni di mercato torneranno in una condizione di ‘normalità’”, conclude Ramachandran.

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