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I private markets spinti dalla necessità di liquidità delle PMI

7/9/2020 | Daniele Riosa

Cipolletta (AIFI): “Negli ultimi anni abbiamo visto una crescita sia degli investimenti domestici che esteri nel private equity e nel private debt”


I mercati privati sono in salute. Come ha spiegato Innocenzo Cipolletta, presidente dell'AIFI, l'associazione italiane del private equity e venture capital, durante l’incontro web What makes Italian private capital an attractive investment choice, “negli ultimi anni abbiamo visto una crescita sia degli investimenti domestici che esteri nel private equity che nel private debt”.

Per il futuro, nonostante la crisi economica devastante che ha colpito e colpirà ancora più duramente l’Italia, il settore potrebbe espandersi ulteriormente grazie alla necessità di liquidità delle piccole e medie imprese non quotate. Proprio in relazione alla crisi, Cipolletta ha spiegato che “i fondamentali dell'economia italiana restano relativamente forti e solidi, visti i livelli di risparmio del settore privato e delle famiglie e il basso indebitamento delle famiglie". In più rileva come anche il settore industriale italiano abbia buone prospettive visto "che è orientato all'export e ha una bilancia dei pagamenti positiva".

Nel corso del 2021 l'Italia, ha continuato Cipolletta, non recupererà il Pil perso quest'anno, ma il pieno recupero avverrà nel 2022, anche se il Recovery Plan europeo potrebbe "rafforzare la capaictà dell'economia italiana di recuperare". In ogni caso il Paese "è in una situazione migliore rispetto alla crisi finanziaria del 2008 e ci aspettiamo un recupero più rapido".

Giovanni Tempini, chairman di Cassa Depositi e Prestiti, sottolinea come ci aspettino “grandi sfide: sociali, economiche, strutturali. Ci serve una strategia sia di corto che di lungo termine, che siano coerenti tra loro. Il grande focus è sulle imprese e la loro capitalizzazione e produttività. È importante che oltre al settore pubblico entri in gioco anche quello privato: bisogna capire come motivare i risparmiatori a investire in asset più rischiosi ma con scopi utili alla collettività”.

Francesco Pascalizi, ceo di Permira Associati, ha fotografato la situazione relativa al mondo della moda italiana: “Il settore continua a creare dei campioni, degli unicorni, startup innovative non ancora quotate in Borsa che in breve tempo riescono a raggiungere elevate valutazioni di mercati”. Pascalizi, che ha citato i casi di Moncler e Golden Goose, ha definito il settore della moda italiana "dinamico e attrattivo".

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