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Venture Capital, l'inizio del secondo semestre segna un nuovo record

7/14/2020 | Daniele Riosa

Anna Gervasoni (AIFI): “Tutto quello che è stato fatto in questi anni per aiutare la finanza dell’innovazione e quella delle strat up sta dando frutti interessanti”


“Un primo semestre del 2020 che rispetto all’anno scorso batte un po’ la fiacca, ma non troppo. Pesa un marzo molto complicato, complice l’inizio del lockdown, ma nonostante tutto il mercato ha tenuto e all’inizio del secondo semestre è ripartito. Addirittura, nel secondo semestre del 2020, il mercato segna un nuovo record dopo quello registrato del 2013: questo grazie al fatto che sono ripartite moltissime attività di finanziamento di start up. Tutto quello che è stato fatto in questi anni per aiutare la finanza dell’innovazione e quella delle strat up, anche nel periodo più duro della nostra storia, sta dando risultati molto interessanti. Inoltre, è proprio dalla scommessa su nuove imprese innovative e applicazioni che si sta facendo ripartire il mercato”. Così Anna Gervasoni, direttrice generale di AIFI e presidente del comitato scientifico del Venture Capital Monitor – VeMTM, ha presentato in videoconferenza il report sulle operazioni di venture capital in Italia.

Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso la Business School della LIUC - Università Cattaneo insieme ad Aifi, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt e con il supporto di Intesa Sanpaolo Innovation Center e lo studio legale E. Morace & Co..

Passiamo ai numeri: il primo semestre 2020 si è chiuso con 57 operazioni (initial e follow on); erano 69 nel primo semestre dello scorso anno (-17%). Se si guarda solo ai nuovi investimenti, initial, questi sono stati 49 rispetto ai 54 del primo semestre 2019. Le operazioni follow on scendono a 8 rispetto alle 15 dei primi sei mesi del 2019. Per quanto riguarda l’ammontare investito totale, questo è stato pari a 217 milioni di euro, rispetto ai 311 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente (-30%). Cresce l’ammontare investito negli initial che passa da 178 milioni di euro del primo semestre 2019 ai 197 milioni di euro dei primi sei mesi del 2020. Diminuisce drasticamente l’ammontare investito nei follow on che passa da 133 milioni a 20 milioni di euro.

Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI, rileva come “nel primo semestre 2020 si vedono gli effetti dell’emergenza sanitaria che ha portato a un rallentamento degli investimenti in venture capital. L’associazione sta dialogando con il governo per permettere manovre e incentivi che supportino la filiera dell’early stage in questo momento particolare, chiedendo di potenziare il fondo nazionale innovazione e rafforzando il fondo di fondi di venture capital così da supportare gli investitori nella delicata fase del fundraising”.

A questo proposito Anna Gervasoni sottolinea che “il primo semestre 2020 vede una crescita delle operazioni initial, segnale di come l’attività del fondo di venture capital si sia focalizzata nel supportare le startup nella prima fase delicata di crescita. Questo comporta per il fondo un forte commitment nella attività di affiancamento dedicata alla crescita e affermazione della società. L’investitore, quindi, crede molto nell’attività a tal punto da profonderci capitali non solo economici ma anche umani e di management”.

Guido de Vecchi, direttore generale Intesa Sanpaolo Innovation Center, rileva che “anche quest'anno Intesa Sanpaolo Innovation Center è partner della pubblicazione del VeM, a conferma della nostra attenzione all'ecosistema dell'innovazione italiano. In questo semestre, segnato dall'impatto della pandemia da Coronavirus, abbiamo completato con successo tutti i programmi di accelerazione dedicati alle startup innovative. L'obiettivo resta quello di facilitare l'accesso delle startup ai capitali, soprattutto in questo contesto di loro fragilità, attraverso i Venture Capital partecipati da Intesa Sanpaolo - Neva e Indaco Ventures - che hanno continuato a investire nel semestre. Con lo stesso obiettivo, abbiamo supportato lo sviluppo di canali alternativi di collocamento quali la piattaforma Equity Crowdfunding BacktoWork".

Focus su technology transfer, corporate venture capital e filiera dell'early stage 

Il totale degli investimenti in TT (Technology Transfer) dal 2018 al primo semestre 2020 è stato pari a 174 milioni di euro su 65 operazioni. Dal 2018 è, inoltre, iniziata l'operatività dei fondi della piattaforma ITAtech che a oggi hanno raccolto complessivamente 284 milioni di euro realizzando 46 investimenti per un ammontare totale pari a 42 milioni di euro (compresi i co-investitori). Con riferimento all'attività di corporate venture capital, nel primo semestre dell’anno, si conferma l'evidenza recente che vede una notevole presenza di imprese nei round di venture capital. In particolare, la partecipazione delle corporate negli investimenti a supporto delle realtà imprenditoriali nascenti o nella fase di primo sviluppo è, come per il 2019, pari al 26%, valore in aumento rispetto al 2018 (20%).

Complessivamente venture capital e corporate venture capital hanno investito 119 milioni di euro su 36 round, le attività di sindacato tra venture capital, corporate venture capital e business angel hanno fatto registrare investimenti pari a 98 milioni di euro su 21 operazioni e i soli business angel hanno investito 31 milioni in 31 round. Il totale di queste attività porta la filiera dell’early stage ad aver investito 248 milioni di euro su 88 round.

Nel primo semestre 2020 c’è stata una sostanziale tenuta degli investimenti dei business angels italiani rispetto al primo semestre dello scorso anno” afferma Paolo Anselmo, presidente IBAN, secondo cui è “ragionevole aspettarsi un rallentamento nel secondo semestre, che potrebbe scontare una battuta d’arresto legata al lockdown. In questo contesto resta fondamentale che il governo attui politiche a sostegno degli investimenti dei business angels. Tra quelle che abbiamo proposto c’è l’aumento del tetto massimo di investimento su cui potere applicare la detrazione fiscale del 50%”.

Pierluigi De Biasi, partner dello studio legale E.Morace & Co., spiega che “lo startupper ha grande capacità innovativa sul piano tecnico e per trovare l’interlocutore giusto e soprattutto per negoziare condizioni che assicurino un equilibrio duraturo nella partnership deve essere aiutato. Ma non è importante solo stabilire regole di governance efficienti a consentire una sana convivenza con i soci, è fondamentale proteggere il lavoro e le creazioni dell’impresa”.

Distribuzione geografica e settoriale

Come per gli anni passati, a livello di investimenti initial, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di operazioni, 22, e che continua a crescere coprendo il 45% del mercato (era il 44% nel primo semestre 2019). Seguono Lazio ed Emilia-Romagna, entrambe con 4 operazioni, 8%. Dal punto di vista settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, rappresentando una quota del 43%. L’Ict è costituito per un 43% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 57% su società con focus su enterprise technologies. A seguire, l’8% degli investimenti initial è stato diretto verso biotecnologie e servizi finanziari.

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