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16/07/2020
Family Office immuni alle turbolenze del mercato
di Daniele Riosa
Highlights- Il 77% ha dichiarato che, da inizio anno a maggio, la performance dei loro portafogli è stata in linea o superiore ai rispettivi benchmark target. Il report di UBS

I family office hanno dimostrato tutta la loro resilienza nei mesi di lockdown. E’quanto emerge dal Global Family Office Report 2020 di UBS, uno studio al quale hanno partecipato i principali manager ed executive di 120 Family Office in tutto il mondo. Il campione è costituito esclusivamente da family office individuali, con un family wealth totale medio di 1,6 miliardi di dollari, notevolmente superiore a quello di qualsiasi altro studio relativo allo stesso tema.
I family office apportano modifiche tattiche in portafoglio per rispondere al sell-off di mercato
Il report, basato sull'analisi dell’UBS Evidence Lab, evidenzia come i family office abbiano subito l'impatto dei dirompenti cambiamenti di mercato derivanti dalla pandemia Covid-19 e descrive le strategie implementate per rispondere alla crisi. Nel primo trimestre del 2020, compresa la fase più acuta di turbolenza di mercato registrata a marzo, il drawdown massimo dei family office si è attestato mediamente al 13%, ma sono comunque riusciti a proteggersi dai peggiori effetti del sell-off, riequilibrando i portafogli per gestire i rischi.
Oltre tre quarti degli intervistati (77%) hanno dichiarato che, da inizio anno a maggio, la performance dei loro portafogli è stata in linea o superiore ai rispettivi benchmark target. Oltre la metà dei family office (55%) ha riequilibrato i portafogli nei mesi di marzo, aprile e maggio al fine di mantenere un’allocation di lungo periodo. Se da un lato due terzi (67%) dei family office affermano di non aver modificato la view di medio termine, dall’altro la maggior parte di loro sta cercando di modificare i portafogli in chiave tattica per rispondere ai cambiamenti macroeconomici e di mercato.
I family office presentano una forte propensione al rischio e stanno approfittando della dislocazione di mercato per far leva sulle opportunità e ottenere rendimenti più elevati. Circa la metà (45%) sta cercando incrementare le allocazioni nel settore immobiliare, mentre una simile percentuale di intervistati punta a incrementare la propria esposizione nell’azionario dei mercati sviluppati (44%), seguito dal 38% che, invece, si sta indirizzando verso l’azionario emergente.
Molti family office hanno anche incrementato le proprie allocazioni in cash e in oro. Il calo delle esposizioni in cash sembra avere una natura temporanea, con il 26% che afferma di voler diminuire le proprie riserve in contanti nei prossimi 2-3 anni, mentre l'oro potrebbe essere un beneficiario di lungo termine di questa tendenza, visto che il 45% che dichiara di voler aumentare le esposizioni su questa asset class.
Josef Stadler, responsabile del global family office di UBS Global Wealth Management, ha spiegato che “in uno dei periodo più volatili della storia dei mercati finanziari, i Family Office hanno adottato un atteggiamento diverso. In un certo senso, abbiamo visto loro adottare un approccio istituzionale, implementando meticolose strategie di asset allocation e rigorosi processi di investimento. Per quanto a volte possa essere stato scomodo, si sono attenuti ai loro piani e sono rimasti disciplinati. Eppure anche i family office abbracciano e gestiscono il rischio come nessun altro investitore. L’obiettivo è quello di non riportare perdite, rinunciando anche a quelle opportunità che possono rivelarsi una fonte di preoccupazione per i loro clienti. Per questo il fine ultimo è quello di investire liquidità per trarre vantaggio dalle dislocazioni del mercato. Ci aspettiamo di vedere grandi cambiamenti nei prossimi mesi”.
Oscar D’Intino, responsabile global family office di UBS Italia, ha sottolineato che "negli ultimi anni abbiamo riscontrato un graduale allineamento al modello internazionale anche da parte dei Family Office italiani, storicamente più conservativi, con un graduale aumento della propria esposizione ai mercati azionari globali e al private equity. Inoltre, negli ultimi mesi, anche i family office italiani – che hanno in genere una maggiore avversione al rischio – hanno adottato un atteggiamento molto razionale durante la correzione dei mercati, e alcuni di loro hanno sfruttato la discesa dei mercati per investire in azioni globali e di grande qualità. Per quanto riguarda infine gli investimenti sostenibili, a livello globale dal report emerge che il 39% dei family office intervistati intendono allocare la maggior parte del proprio patrimonio in modo sostenibile entro 5 anni. Sebbene gli investitori italiani siano ancora indietro in questo processo, stiamo assistendo a una sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità dei propri investimenti anche da parte dei family office del nostro Paese”.
Calo delle aspettative per i rendimenti del private equity
Più di tre quarti (77%) dei family office investono nel private equity, con il 69% che considera il settore uno dei principali driver dei rendimenti. Tuttavia le aspettative di rendimento del private equity sono calate in scia alla dislocazione economica scaturita dalla pandemia Covid-19. Solo la metà (51%) dei family office stima che il segmento private equity sovraperformi rispetto agli investimenti pubblici, percentuale in calo dal 73% riportato in precedenza. I family office sottolineano che gli investimenti diretti offrono un maggiore controllo, con il 35% degli intervistati che ritiene che questa caratteristica sia un vantaggio, rispetto al 27% rilevato prima della pandemia. Chi investe in società di private equity è stato regolarmente aggiornato e può anche garantire che, ad esempio, le aziende abbiano sufficiente liquidità per superare la crisi.
La prossima generazione di investitori non è poi così diversa da quella attuale
Il report rivela anche che gli esponenti della prossima generazione rifiutano gli stereotipi. Adesso fanno parte della popolazione compresa tra i 20 e i 30 e avranno tra i 30 e i 40 anni quando prenderanno il controllo. Nonostante le attese che stimano uno spostamento dell'enfasi (sugli investimenti sostenibili) man mano che la transizione prende piede, oltre la metà (54%) dei family office afferma che la prossima generazione di investitori è interessata agli investimenti tradizionali tanto quanto i loro genitori - e in Asia e negli Stati Uniti la percentuale sale al 71%. Nel frattempo, meno della metà (48%) ritiene che la prossima generazione stia fungendo da driver per gli investimenti sostenibili.
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