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Eltif, Europa e governo aiutano il rilancio

10/21/2020 | Daniele Riosa

E’ quanto è emerso dal webinar di AIFI “Eltif e imprese non quotate. Il risparmio privato a sostegno dell’economia reale”


Gli Eltif non hanno ancora espresso tutto il loro potenziale. E’ in sintesi quanto è emerso dal webinar organizzato da Aifi, in collaborazione con Anthilia capital partners, Banca Generali, Equita capital, Hedge invest, Muzinich & Co, dal titolo “Eltif e imprese non quotate. Il risparmio privato a sostegno dell’economia reale”.

All’evento hanno partecipato Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi, Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi, Ilario Scafati, responsabile della fiscalità finanziaria nella direzione legislazione tributaria e federalismo fiscale del dipartimento delle Finanze, Elisabetta Leboroni Pierozzi della Banca d’Italia, Andrea Turi di Consob, Antonella Massari, segretario generale di Aipb, Daniele Colantonio, di Anthilia, Claudia Vacanti, di Banca Generali, Rossano Rufini, managing partner di Equita, Alessandra Manuli, ceo di Hedge Invest, Filomena Cocco, di Muzinich & Co. e Marco Belletti, ceo di Azimut libera impresa.

Cipolletta, nell’intervento di apertura, ha rimarcato l’importanza per la ripresa dell’Italia delle nuove opportunità d’investimento sui mercati privati. “Le aziende non quotate – spiega - rappresentano il tessuto produttivo del Paese, ma per mancanza di liquidità si trovano in difficoltà. Proprio per questo stiamo lavorando con il governo per rendere questi strumenti i più agili possibili. L’esecutivo, sugli Eltif e i Pir Pmi, sta lavorando per introdurre una fiscalità di vantaggio per il finanziamento del sistema produttivo italiano. E’ un obiettivo che il governo deve porsi visto che l’Italia produce una grande quantità di risparmio e sono anni che cerchiamo di farli combinare e adesso ci stiamo riuscendo”. Altro tema importante è quello della vigilanza: “Quando si va su mercati non liquidi e sulle PMI bisogna che le autorità preposte evitino sia gli abusi che gli eccessivi freni”.

Ma il lavoro di Aifi non si ferma qui. L’ex presidente di Confindustria sottolinea che “stiamo anche lavorando per un’altra operazione di avvicinamento del risparmio privato al mondo del private equity che è quello della riduzione della soglia da 500mila euro che fino ad ora era considerata come la quota minima per investire nei prodotti illiquidi da parte di un risparmiatore singolo e portarla tra i 100 e i 150mila euro. Un limite più idoneo per allargare la massa dei risparmiatori che possono usufruire di questi strumenti. Mi auguro che l’Italia possa avere una dimensione del mercato dei capitali alternativi simile a Germania, Francia e Spagna”.

Antonella Massari, segretario generale di Aipb, ricorda che gli Eltif contribuiscono sicuramente, lato risparmiatore, allo sviluppo degli investimenti nei mercati privati ma per quanto riguarda le aziende la strada da fare è ancora lunga.

“Gli Eltif – argomenta - sono strumenti pensati anche per una clientela non professionale che per la natura dei sottostanti e per la durata media del prodotto sono adatti per quelli investitori che decidono di avere una parte del loro portafoglio investita nel lungo periodo e con tasso di liquidità contenuto. Questo tipo di risparmiatore non era molto comune in passato, visto che erano abituati ad avere nei portafogli titoli obbligazionari con rendimenti positivi considerati poco rischiosi e non avevano di certo interesse a traferire le loro attività su strumenti illiquidi. Lo scenario, dopo anni rendimenti nulli o negativi, è decisamente cambiato e anche il cliente retail si è mosso è ha trovato interessante avere in portafoglio strumenti più rischiosi a patto di avere una migliore performance. Prima della scoppio della pandemia, avevamo l’evidenza che questi investitori fossero disposti a tenere una media del 12% del loro portafoglio in investimenti con una durata anche superiore ai 10 anni di fronte a rendimenti più alti o agevolazioni fiscali”.

Massari ha anche sottolineato come ancora non “non ci sia un incentivo per le aziende di aprirsi al mercato dei capitali. In Italia, ci sono ancora poche figure professionali specializzate sui mercati privati soprattutto sul fronte acquisti. È necessario quindi, sviluppare prima una cultura e competenze dal lato della domanda”.

“Dal lato del cliente private – conclude Massari - il consulente finanziario svolge un ruolo fondamentale nel fargli capire tutte le specificità e i rischi legati all’Eltif, garantendone quindi l’adeguatezza rispetto all’investimento”.

Intanto una mano per il rilancio degli Eltif viene dalla Commissione Europea che ha indetto una pubblica consultazione per la modifica del Regolamento (UE) 2015/760. Consultazione che ha lo scopo di individuare quali siano i fattori economici, i limiti di composizione del portafoglio, i requisiti normativi e di commercializzazione che influiscono sulla diffusione di questo prodotto e comprendere quali modifiche all’attuale assetto regolamentare possono aumentare la loro appetibilità e diffusione, in particolare tra la clientela retail. La consultazione, organizzata sotto forma di questionario, è aperta fino al 19 gennaio 2021.

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