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Lusso, la crescita del primo trimestre fa ben sperare

5/31/2021 | Daniele Riosa

Calef (Notz Stucki): “Con una buona probabilità, il ritorno ai livelli del 2019 potrebbe avvenire già nel 2021, con il controvalore del mercato globale stimato tra i 280 ed i 295 miliardi di euro”


Il 2020 è stato un anno turbolento per il mercato globale degli oggetti personali di lusso (ovvero gioielli, borse, abbigliamento, ecc.), in quanto ha registrato una discesa superiore al 20%. Tuttavia, come rileva Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, “i risultati del primo trimestre del 2021 mostrano dei segnali incoraggianti per il settore, grazie soprattutto all’eccezionale ripresa del mercato statunitense”.


“In particolare – specifica il gestore - le condizioni macroeconomiche sono migliorate notevolmente grazie alle politiche fiscali di Biden, che negli scorsi giorni ha proposto un budget da ben 6000 miliardi di dollari per il prossimo anno. Dunque, alcuni analisti, che fino all’anno scorso si attendevano un recupero possibile solo per il 2022, hanno prospettato uno scenario moderatamente ottimista. Infatti, con una buona probabilità, il ritorno ai livelli del 2019 potrebbe avvenire già nel 2021, con il controvalore del mercato globale stimato tra i 280 ed i 295 miliardi di euro. Inoltre, ci si attende una crescita significativa anche per gli anni a venire, con la possibilità che possano delinearsi dei cambiamenti sostanziali della composizione del mercato”.

Per l’analista ci sono “due grandi driver che incideranno sulla crescita del settore del lusso. Da un lato, abbiamo la Cina: i consumatori del colosso asiatico, stando ai dati stimati per il 2019, pesano per poco più del 10% su base globale, ma entro il 2025 potrebbero rappresentare fino al 28% circa del mercato. Oltre alla situazione epidemiologica, che ha favorito lo sviluppo del mercato interno cinese, pesano anche altri trend, come il ‘rimpatrio’ dei consumi favorito dalla riduzione dei dazi nel 2015 e l’armonizzazione dei prezzi internazionali”.

Dall’altro lato, invece, “abbiamo una tendenza che ha visto un’accelerazione importante con la pandemia, ovvero il digitale. Dalle rilevazioni del 2019 gli acquisti online rappresentano circa l’11%, mentre per il 2025 la quota potrebbe raggiungere il tetto del 30%. La forza dell’E-Commerce, inoltre, sta permettendo anche la crescita di un fenomeno promettente e attento ai temi della sostenibilità, ovvero quello del reselling: ad oggi i principali player internazionali, come ad esempio Kering, stanno implementando investimenti importanti per generare nuovi cash flows”.

“Il grande conglomerato, in particolare, lo scorso marzo ha guidato un round di finanziamento di 216 milioni a favore del sito di rivendita di beni di lusso francese Vestiaire Collective, una piattaforma che nel 2020 ha aumentato le sue entrate di oltre il 100%”, conclude Calef.

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