Tempo di lettura: 4min

Mercati privati, la sostenibilità al centro della scena

10/12/2021 | Daniele Riosa

William Nicoll di M&G Investments fa una panoramica sull’evoluzione del settore e sulle numerose opportunità future


“Continuiamo ad assistere ad un cambiamento sostanziale nel modo in cui funziona il sistema finanziario. I prestiti non bancari sono in aumento, con cambiamenti normativi che continuano a creare opportunità per i fondi pensione, gli assicurativi e altri investitori istituzionali”. E’ quanto rileva William Nicoll, cio for private and alternative assets di M&G Investments, nel corso del webinar organizzato dell’asset manager dedicato ai mercati privati.

“Gli investitori istituzionali - argomenta l'economista - sono sempre più a loro agio con il debito privato e gli asset manager stanno diventando più bravi a fornirglielo nei modi che desiderano. Quando si sono raccolti i primi fondi di direct lending nel 2009, gli asset manager stavano cercando di concedere prestiti a società che avevano improvvisamente scoperto che le banche non concedevano loro prestiti all'indomani della Grande Crisi Finanziaria e da lì si è evoluto. Mentre cinque anni fa avremmo potuto descriverlo come un mercato nascente, da allora è cresciuto significativamente e c'è ancora molto spazio per la crescita. Con questa crescita arriva l'innovazione e abbiamo visto la prima ondata subito dopo la GFC, quando i mercati si sono aperti e gli asset manager hanno iniziato ad essere in grado di offrire agli investitori opportunità a cui non avevano accesso prima. Ora stiamo affrontando la prossima ondata di innovazione, con l'arrivo di nuovi fondi privati per tenere il passo con una domanda crescente di soluzioni sostenibili”.

Nicoll spiega che “il team Catalyst di M&G, per esempio, è alla ricerca di nuove e diverse opportunità che non rientrano nella categoria standard di azioni, obbligazioni o proprietà. Con le banche che si ritirano da certe aree, gli asset manager devono avere la capacità di intervenire. Nei prossimi 5-10 anni, la sostenibilità continuerà ad essere al centro della scena”.

“I mercati privati - specifica il gestore - danno agli investitori accesso a un'ampia gamma di opportunità di investimento, che vanno dalla capacità di prestare a imprese più piccole che si concentrano su una gamma più ristretta di attività, all'opportunità di finanziare progetti discreti, come la costruzione di nuovi ospedali e parchi eolici. È interessante notare che c'è una quantità crescente di innovazione in questi mercati. Per esempio, guardando al mercato dei prestiti in particolare, stiamo iniziando a vedere l'emergere di prestiti emessi con covenant e rachet in cui l'importo che l'azienda paga si riduce se raggiunge determinati obiettivi di sostenibilità. Questo aiuta gli asset manager a costruire portafogli che mirano a colpire e influenzare i comportamenti. Una delle maggiori tendenze che sta emergendo sia nel mercato pubblico che in quello privato è un aumento delle soluzioni di investimento sostenibili”.

“Tuttavia - constata il manager - la misurazione dell'impatto sostenibile è una sfida. Tende ad essere più facile misurare l'impatto nelle piccole aziende e nei progetti privati che nelle grandi società quotate in Borsa. Nei mercati privati, i tempi di investimento sono tipicamente più lunghi e l'impegno con le aziende è generalmente molto alto. La forte relazione bilaterale che il manager ha con le aziende o gli asset a cui sta prestando aiuta questo. Anche se la misurazione nei mercati privati può essere più semplice, le difficoltà rimangono. C'è una quantità crescente di nuove informazioni richieste dagli investitori e dalle autorità di regolamentazione sulle considerazioni ambientali, sociali e di governance. Nei mercati pubblici, l'emergere di un piccolo numero di fornitori di punteggio ESG ha aiutato a standardizzare le valutazioni, ma non c'è ancora un benchmark equivalente negli investimenti di asset privati, ed è necessaria una maggiore standardizzazione. Nel frattempo, i gestori patrimoniali hanno escogitato diversi modi per soddisfare i requisiti normativi e capire cosa significa ‘buono’”.

“Per esempio - prosegue l’analista - abbiamo lavorato su un programma per calcolare le emissioni di carbonio proxy per i nostri asset privati, dove le informazioni pubbliche non sono disponibili. Questo include la raccolta di dati domestici pubblicamente disponibili, come i dati sul livello di emissioni tipicamente rilasciate da un singolo edificio in una particolare geografia. Usiamo i dati per stimare quanto carbonio c'è nei nostri portafogli. Nelle attività private, le stime dei dati sul carbonio non saranno mai accurate al 100%, ma questi numeri ci danno una base per impegnarci con l'emittente privato o l'azienda a cui stiamo guardando, con l'obiettivo di influenzare le emissioni di quell'azienda”. Questo impegno spesso spinge le aziende ad affrontare la questione. Possiamo chiedere loro di iniziare a riportare e misurare le loro emissioni, influenzandole a muoversi verso un mondo a basse emissioni di carbonio”.

“Fare questo nell’ambito dei private assets, dove queste aziende non sono necessariamente influenzate dai grandi imperativi del governo, ci aiuta davvero a spostare la conversazione su un obiettivo più ampio di persone”, conclude il cio for private and alternative assets di M&G Investments.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?