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28/10/2021
Mid-Cap non quotate, 158 mld di corporate bond per finanziarle
di Redazione AdvisorPrivate
Highlights- Queste imprese, tutte investment grade secondo il giudizio di Cerved Rating Agency, potrebbero fare ricorso al mercato dei capitali per sostenere gli investimenti

Esiste in Italia un ampio bacino di 661 imprese mid-cap non quotate con un potenziale di oltre 150 miliardi di euro di nuove emissioni obbligazionarie. Queste imprese – tutte investment grade secondo il giudizio di Cerved Rating Agency – potrebbero fare ricorso al mercato dei capitali per sostenere gli investimenti necessari alla crescita organica e finanziarie le operazioni di M&A.
A questo si aggiunge la possibilità di ottimizzare ulteriormente la propria struttura finanziaria sostituendo parte del debito bancario a breve termine con debito obbligazionario a medio/lungo termine per circa 15 miliardi di euro. Sono questi i risultati principali della ricerca “Il potenziale di emissioni obbligazionarie per le Mid Cap non quotate” presentata il 26 ottobre da Cerved Rating Agency ed Equita, nel corso dell’evento Corporate Bond Italia organizzato anche con il supporto di ANDAF.
“Il potenziale di offerta che emerge dallo studio - afferma Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency - incrocia condizioni di domanda e di contesto particolarmente propizie per proseguire quella crescita della componente obbligazionaria che per le nostre imprese rappresenta ancora solo il 2% del PIL, cioè quasi la metà della media europea. Il PNRR è destinato ad abilitare una straordinaria stagione di investimenti; le imprese italiane potranno finanziarli aggiungendo agli schemi di finanza pubblica e al tradizionale canale bancario anche il ricorso al mercato obbligazionario. A questo ultimo il rating assicurerà supporto nelle politiche di gestione della portfolio selection e del mercato secondario”.
“Negli ultimi anni Equita ha promosso il concetto di Corporate Bond Italia, un prestito obbligazionario bullet del controvalore compreso tra 100 e 300 milioni di euro, distribuito ad investitori istituzionali e al retail in Italia tramite la piattaforma MOT di Borsa Italiana, la stessa che viene utilizzata regolarmente dal Ministero del Tesoro per l’emissione dei BTP e dalle banche per collocare le proprie obbligazioni” afferma Marcello Daverio, responsabile capital markets advisory di Equita. “Grazie al contributo di Cerved Rating Agency il Corporate Bond Italia potrà ora essere utilizzato anche da società non quotate di medie dimensioni, non più solo da società di medie dimensioni quotate, per supportare le proprie strategie di crescita”.
“In base alle analisi effettuate ed in considerazione delle opportunità offerte dal mercato, è evidente come le imprese Italiane si trovino di fronte ad un’importante sfida evolutiva che trova nella propria strategia finanziaria una delle principali leve competitive” ribadisce Agostino Scornajenchi, Presidente ANDAF. “Gli strumenti evoluti di finanziamento, fino ad oggi sostanzialmente appannaggio dei grandi emittenti quotati, risultano perfettamente accessibili anche alle imprese non quotate che, sulla base di un’attenta valutazione dei propri rating, possono affacciarsi al mondo dei prestiti obbligazionari per sostenere i propri progetti di investimento e sviluppo. Si tratta quindi di una sfida che i CFO sono pronti a cogliere, favoriti dagli attuali outlook economici favorevoli e dalla spinta propulsiva che le ingenti risorse economiche Europee stanno sostenendo nel nostro tessuto produttivo ed imprenditoriale”.
Secondo la ricerca, il mercato italiano dei corporate bond è in crescita: nel 2020 ha raggiunto i 31 miliardi di euro con un tasso di crescita CAGR del 32,9%. La dimensione è tuttavia ancora ridotta: rappresenta solo il 2% del PIL nazionale contro una media del 3,8% in Europa, per un valore complessivo di circa 500 miliardi. La spinta alla crescita dei corporate bond è data anche dalle migliori condizioni di finanziamento e dal significativo calo del costo medio del debito emesso negli ultimi 3 anni (-100 bps) che ha toccato l’1,8%. Un dato raggiunto grazie a una maggiore liquidità nei depositi bancari e al miglioramento del profilo di rischio dell’Italia. La crescita dei corporate bond è poi stata incentivata dal Governo italiano che ha stimolato l’impiego del risparmio delle famiglie verso le aziende italiane introducendo importanti benefici fiscali (come l’azzeramento delle imposte sul capital gain e delle imposte di successione) per strumenti come PIR e PIR Alternativi che prevedono soglie minime di investimento in PMI.
A supporto delle nuove emissioni di bond, esiste anche un’altra opzione strategica per le imprese, ovvero la crescita per linee esterne (M&A). Nel primo semestre del 2021 il controvalore dei deal è stato pari a 42 miliardi di euro (+88% rispetto al primo semestre 2020) e secondo le stime di KPMG dovrebbe superare i 90 miliardi di euro per l’intero anno (+109% rispetto al 2020). Qual è il potenziale di questo mercato? Per rispondere a questa domanda, Cerved Rating Agency (CRA) ha selezionato le imprese non finanziarie Italiane e non quotate con EBITDA ≥ a 20 milioni di euro, indice PFN/ EBITDA ≤ 4x, tra quelle con un rating outstanding emesso da CRA. Sono così state individuate 736 imprese: di queste, 661 con un rating Investment Grade, compreso nella scala di rating dell’Agenzia tra le classi A1.1 a B1.2, dimostrano alto potenziale di emissione. Queste società presentano condizioni finanziarie anche più vantaggiose rispetto agli emittenti già quotati di dimensione comparabile1, avendo un rapporto tra posizione finanziaria netta ed EBITDA sensibilmente più basso (0,75 contro 2,73).
Per queste 661 mid-cap eccellenti il potenziale di emissioni derivante da un’eventuale conversione del debito bancario ammonterebbe a 15 miliardi di euro. Se invece si valuta il potenziale aumento del debito – considerando quanto sarebbe sostenibile data la struttura finanziaria delle mid-cap – il potenziale di emissione di debito aggiuntivo salirebbe a 158 miliardi di euro. Secondo l’elaborazione di Cerved Rating Agency, i maggiori beneficiari dei 158 miliardi di emissioni obbligazionarie sono nel settore manifatturiero con un importo superiore ai 115 miliardi, e nei servizi con 21 miliardi. Di questa opportunità i maggiori beneficiari sono le imprese con fatturato compreso fra 100 e 250 milioni (33,83%), fra 250 e 500 milioni (22,83%) e tra 500 milioni e 1 miliardo (16,03%).
La ricaduta a livello geografico è concentrata nel nord-ovest con 297 imprese e 68,8 miliardi di euro, nel nord-est con 220 imprese e 48,7 miliardi, nel centro con 102 imprese e 32,6 miliardi, nel sud con 38 imprese e 6,2 miliardi di euro e nelle isole con 4 imprese e 1,3 miliardi di euro.
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