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PIR alternativi, via libera all’estensione dei benefici fiscali

12/17/2021 | Redazione Advisor

Il governo ha dato parere positivo all’emendamento alla legge di Bilancio che estende al 31 dicembre 2022 il termine per effettuare gli investimenti godendo del credito d’imposta


Via libera del governo alla proposta di estendere di un anno i benefici fiscali dei Pir alternativi. L’esecutivo, come si legge su MF Milano-Finanza, ha dato parere positivo all’emendamento alla legge di Bilancio che estende al 31 dicembre 2022 il termine per effettuare gli investimenti godendo del credito d’imposta, oggi limitato fino alla fine di quest’anno per i piani costituti dallo scorso gennaio.

Un nuovo slancio per i comparti destinati al retail che investono sulle PMI italiane anche non quotate e che si collocano a metà strada tra i tradizionali fondi comuni aperti Pir, specializzati sulle aziende di Piazza Affari, e i più sofisticati fondi chiusi di private equity o venture capitale, che guardano principalmente alle aziende non quotate. La norma, spiegano fonti parlamentari, potrebbe tuttavia ancora essere sottoposta a riformulazione.

 

Passando alle stime sugli afflussi dei PIR alternativi e ai vantaggi che questi prodotti potrebbero trarre dall’estensione dei benefici fiscali, proprio alla fine di novembre, Intermonte, nel report sull’andamento del segmento italiano delle mid-small caps realizzato, spiegava che “alla pubblicazione del report di giugno 2020, abbiamo anche aggiunto le nostre stime sugli afflussi previsti per i PIR alternativi. Diversi importanti asset manager italiani hanno ormai lanciato i loro nuovi fondi, per lo più ELTIF, conformi al regolamento e alla definizione dei PIR alternativi (e quindi soggetti ai benefici fiscali). Sulla base delle nostre aspettative per gli ELTIF, prevediamo una raccolta di 300 milioni di euro nel 2020, 1,5 miliardi nel 2021 e 1,8 miliardi nel 2022, raggiungendo così un AuM cumulativo di 3,6 miliardi di euro entro il 2022. Per il momento, le nostre stime sono più caute rispetto a quelle di Assogestioni per questo prodotto, che prevede una raccolta tra Eu3 e Eu5 miliardi all'anno. Per quanto riguarda i PIR alternativi, ricordiamo che negli ultimi giorni di dicembre 2020, è stato aggiunto alla Legge di Bilancio un emendamento che dà ai sottoscrittori di fondi PIR istituiti a partire dal 1° gennaio 2021 il diritto a un credito d'imposta su eventuali minusvalenze maturate su investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2021”.

“Questo credito - concludevano i gestori di Intermonte - ha un massimale del 20% dell'importo investito ed è utilizzabile per un periodo di 10 anni. Riteniamo che il credito d'imposta possa rappresentare un ulteriore importante strumento di marketing per i PIR, migliorandone la visibilità sulle nostre stime per il 2021”.

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