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03/03/2023
Private debt, occhio ai profili rischio-rendimento dei gestori
di Redazione AdvisorPrivate
Highlights- Markus Geiger (ODDO BHF AM): “Malgrado un contesto complesso, per gli investitori istituzionali vi sono ancora opportunità d’investimento interessanti nel settore”

“Malgrado un contesto complesso, con il conflitto in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione e le conseguenti politiche monetarie, per gli investitori istituzionali vi sono ancora opportunità d’investimento interessanti nel private debt. Oggi più che mai, però, gli investitori devono analizzare attentamente i profili di rischio/rendimento dei gestori”. E’ quanto sottolinea Markus Geiger, responsabile private debt di ODDO BHF Asset Management.
Il manager ritiene che “il passaggio verso i canali di finanziamento non bancario debba continuare. In Germania, il private debt si è sviluppato solamente a partire dal 2016 e perciò la si può un’asset class relativamente giovane e con prospettive di crescita. Non solo, ma requisiti più stringenti sul capitale bancario hanno costretto le banche tedesche a concentrarsi su grandi nomi industriali o su scadenze più brevi. Gli istituti di credito sono però ancora attivi nel finanziamento di fusioni e acquisizioni, seppur in modo più selettivo”.
“Spesso - constata l’esperto - lavoriamo con le banche al capitale circolante e alla distribuzione delle tranche. Il finanziamento di operazioni di private equity, in particolare, si è notevolmente sviluppato, fornendo uno stimolo anche ai fondi di private debt. Questo perché le società o gli sponsor possono ricevere finanziamenti tramite debito privato senza eccessiva burocrazia e disporne in modo flessibile e spesso per operazioni complesse”.
“Gli investitori istituzionali - prosegue l’analista - possono ancora ottenere rendimenti potenzialmente molto interessanti investendo in private debt, senza doversi preoccupare eccessivamente del rischio di tasso. Questo perché i prestiti di debito privato in genere sono offerti a tassi variabili con spread di 400-450 punti base sopra l’Euribor (per i prestiti senior con rating BB+). Anche al netto delle fee, al momento il rendimento totale supera il 6,5%, con il finanziamento uni-tranche che a volte supera il 9%. Come consuetudine nel mondo degli investimenti, non si forniscono garanzie che siano raggiunti questi obiettivi di performance. Esiste inoltre il rischio di perdita del capitale e di illiquidità. Un altro aspetto che attira molti investitori verso il debito privato è l’elevato contributo alla diversificazione del portafoglio e per alcuni questo è l’elemento più convincente”.
Al momento, “anche se sul mercato non vi sono molte opportunità d'investimento in private debt, analizzano in profondità solo circa un’opportunità su dieci perché la priorità assoluta è evitare i rischi di default. Il nostro obiettivo è investire in opportunità difensive ed essere posizionati in modo solido anche in caso di recessione, quindi gli emittenti devono soddisfare i elevati standard di trasparenza e professionalità. Guardando ai settori, ci concentriamo su salute/farmaceutici, tecnologia/IT, servizi alle aziende e istruzione”.
Geiger rimarca che “includiamo criteri ESG nella selezione dei nostri investimenti fin dalle prime fasi. Da qualche anno a questa parte abbiamo sviluppato appositamente un approccio costante alla valutazione e al monitoraggio di criteri ambientali, sociali e di governance per la nostra piattaforma di private debt. L’approccio è caratterizzato dall’esclusione di alcune società che adottano pratiche ambientali nocive e dalle verifiche che effettuiamo sui criteri ESG”.
“Occorre inoltre sottolineare che anche chi emette debito (lender) sta iniziando a fare la propria parte, impegnandosi ufficialmente sui criteri ESG nella documentazione del credito e offrendo margin grid a fronte dei risultati raggiunti in termini di sostenibilità”, conclude il responsabile private debt di ODDO BHF AM.
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