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09/05/2023
Family office, aumenta la propensione al rischio
di Redazione AdvisorPrivate
Highlights
Goldman Sachs Group, Inc. (NYSE: GS) ha annunciato oggi il lancio del Family Office Investment Insight Report 2023, dal quale emerge che molti family office istituzionali non intendono continuare a puntare sul cash nel 2023. In vista dei prossimi 12 mesi, gli intervistati si sono invece dimostrati propensi al rischio, aumentando in particolare le allocation in azioni quotate e non, aumentando solo moderatamente l’esposizione al reddito fisso per cogliere le opportunità offerte dai tassi di interesse più elevati.
Il secondo Report Goldman Sachs Family Office Investment Insights, dal titolo “Eyes on the Horizon”, condotto dal 17 gennaio al 23 febbraio 2023, ha intervistato 166 family office istituzionali con un patrimonio netto di almeno 500 milioni di dollari (93%), il 72% dei quali con un patrimonio di almeno 1 miliardo di dollari.
“Potendo investire in modo flessibile su tutto lo spettro di rischio, i family office hanno mantenuto un approccio sostanzialmente omogeneo verso allocation più aggressive al fine di ottenere rendimenti superiori”, ha dichiarato Meena Flynn, Co-Head of Global Private Wealth Management e Co-Lead of One Goldman Sachs Family Office Initiative.
“Le allocazioni risk-on programmate ci indicano che gli intervistati vedono ottime opportunità di ottenere un alpha aggiuntivo. Questo approccio paziente, strategico e a lungo termine è spesso vantaggioso ai fini della gestione e della conservazione del patrimonio familiare”.
Asset Allocation
I family office continuano a mantenere solide allocazioni in asset di rischio. Le percentuali relative alla prima parte del 2023 sono indicate qui di seguito (è possibile che non si raggiunga un totale del 100% poiché le percentuali sono state arrotondate): 28% azionario pubblico 26% private equity 12% cash/cash equivalent (esclusi i Treasury statunitensi) 10% reddito fisso 9% real estate privato e infrastrutture 6% hedge fund 3% private credit 1% commodity I family office hanno indicato che i settori in cui sono maggiormente sovrappesati sono quelli dell’information technology e dell’health care, temi di crescita secolare con il potenziale di affrontare i cicli economici e di generare valore nel lungo periodo. Una percentuale consistente di family office ha dichiarato di voler incrementare le proprie allocazioni nelle seguenti asset class nel corso del 2023: il 48% degli intervistati ha aumentato la propria allocazione in azioni del mercato pubblico 41% nel private equity 39% nel reddito fisso 30% nel private credit 27% per private real estate e infrastrutture
Una parte significativa di intervistati si sta riducendo la parte cash del portafoglio: il 35% degli intervistati prevede di diminuire le allocazioni in cash e cash equivalent (esclusi i Treasury statunitensi). Solo il 10% stima di diminuire l’allocation in azioni del mercato pubblico, mentre il 13% prevede di ridurre quella in azioni private. Per quanto riguarda le asset class oggetto del sondaggio, la maggior parte dei family office investe attraverso gestori specializzati piuttosto che direttamente. L’eccezione principale è rappresentata dal settore del private real estate, area in cui le famiglie ultra-high net worth sentono di avere una maggiore affinità.
La maggior parte dei family office sembra essere soddisfatta della propria allocation in termini geografici, con una forte attenzione agli Stati Uniti e agli altri mercati sviluppati: il 26% degli intervistati ha in programma di aumentare le allocazioni nei mercati statunitensi, compreso il 41% dei family office dell’Asia-Pacifico, mentre il 27% intende incrementare le allocation in altri mercati sviluppati. Questo potrebbe essere un segnale di riluttanza a investire in regioni in cui i rischi percepiti sono più elevati e superiori ai potenziali rendimenti corretti per il rischio offerti dalle aree geografiche più vicine.
“I family office continuano ad investire in modo significativo in strumenti alternativi, tra cui il private equity, il private credit, le infrastrutture, il real estate e gli hedge fund”, ha dichiarato Tony Pasquariello, Global Head of Hedge Fund Coverage e Co-Lead of One Goldman Sachs Family Office Initiative. “In un sondaggio approfondito condotto nel 2021, mediamente il 45% del portafoglio era allocato nel comparto degli alternativi. Nonostante le sfide del 2022, nel nostro più recente sondaggio tale percentuale è rimasta pressoché invariata (44%)”. “Più in generale, considerando la volatilità e le sfide dello scorso anno, i family office hanno mantenuto un atteggiamento molto calmo, e le loro allocation strategiche sono mutate solo moderatamente”, ha aggiunto Pasquariello.
Allocazioni negli alternativi
Gli alternativi si confermano un punto di riferimento importante per i family office, con un’allocation media totale del portafoglio pari al 44% tra le varie asset class alternative, a differenza di altri soggetti ultra-high net worth, che solitamente allocano circa il 20-25% del proprio portafoglio negli alternativi, in base alla tolleranza al rischio. Ciò è dovuto alle difficoltà di rendimento, alla sofisticazione e agli orizzonti d’investimento multigenerazionali dei family office, oltre che ai maggiori rendimenti potenziali offerti dai mercati privati. Inoltre, potrebbe indicare la crescente importanza del ruolo che i family office svolgeranno in qualità di limited partner nella raccolta di nuovi fondi e come potenziali co-investitori diretti in interessanti opportunità di investimento privato.
“I cicli negativi non si possono evitare, ma mantenendo un impegno costante non si rischia di farsi sfuggire quelli più favorevoli e, col tempo, si dovrebbe ottenere la sovraperformance solitamente offerta dagli strumenti alternativi”, ha dichiarato Sara Naison-Tarajano, Global Head of Private Wealth Management Capital Markets e Co-Lead of One Goldman Sachs Family Office Initiative. “In passato, una crescita economica costante ha portato a esiti relativamente prevedibili. Poiché le valutazioni del mercato privato sono sotto pressione e le quotazioni del mercato pubblico sono in calo, l’esperienza e la bravura dei gestori nel creare valore e nel gestire i cicli di mercato saranno fattori determinanti.”
Il Real Estate residenziale si conferma interessante per i family office, con circa un terzo che intende aumentare l’esposizione a questo comparto nei prossimi 12 mesi e con un altro 30% che desidera mantenere la propria esposizione. Il real estate commerciale, in particolare gli uffici e gli spazi retail, appare meno interessante: solo il 7% dei family office sta cercando di aumentare l’esposizione al settore office e il 4% a quello retail, mentre rispettivamente il 12% e il 10% stanno cercando di diminuire l’esposizione a questi settori.
Anche gli oggetti da collezione sono apprezzati, visto che il 38% dei family office investe in questo settore, soprattutto per passione (il 71% ), mentre il 39% lo fa in un’ottica di diversificazione e il 19% ama circondarsi di “trofei”. Oggetti d’arte, vino e aeromobili sono le categorie di oggetti da collezione più gettonate. Anche se il private credit rappresenta attualmente solo una piccola parte dell’allocation della maggior parte dei family office, pari ad appena il 3%, una percentuale considerevole degli intervistati (30%) ha affermato di voler aumentare la propria allocazione in quest’asset class nei prossimi 12 mesi. “Dopo la crisi finanziaria globale, le banche hanno ridotto l’attività di direct lending e cresce l’interesse dei family office a colmare questo gap in qualità di private lender”, ha dichiarato Naison-Tarajano. “Il settore del private credit si rivela ancora più interessante nel contesto attuale, in scia all’aumento dei tassi d’interesse e alla calma dei mercati di finanziamento tradizionali, come quelli high yield e dei syindicated loand”.
Crypto e Asset Digitali
A differenza del 2021, un numero maggiore di family office ha investito in criptovalute (26%, rispetto al 16%), ma solo il 12% ha espresso un potenziale interesse futuro per quest’asset class, in calo rispetto al 45%. L’estrema volatilità del mercato delle criptovalute registrata nell’ultimo anno sembra aver spento il loro interesse, dato che il 62% degli intervistati dichiara di non essere investito e di non essere interessato alle criptovalute in futuro, rispetto al 39% del 2021. L’ecosistema più ampio degli asset digitali è al centro dell’attenzione. Il 32% dei family office infatti investe in asset digitali e la ragione più citata è la “fiducia nella forza della blockchain”.
Investimenti sostenibili
I family office si allineano ampiamente agli interessi degli altri investitori in materia di sostenibilità, con il 39% che si concentra da moderatamente a estremamente sulle strategie sostenibili e il 48% che investe direttamente in società con impatto sociale e ambientale. L'energia pulita è il tema prediletto, con il 60% dei family office che prevede di investire capitali in questo settore nel prossimo anno. Altre aree di interesse sono il comparto alimentare e quello agricolo sostenibile, insieme all'assistenza sanitaria accessibile.
Imprese
A livello globale, il 76% dei family office sostiene le famiglie a capo di imprese. All'interno di questa coorte, il 44% dei decision maker dei family office ha dichiarato di voler rimanere coinvolto in queste attività. Di questo gruppo, il 35% prevede di mantenere l'azienda, ben oltre la tipica aspettativa di cinque-sette anni, il range temporale tradizionale per altri investitori istituzionali.
"Mentre alcune famiglie possono separare le attività di family office da quelle di family business, i clienti spesso le considerano come un unico gruppo", ha dichiarato Ken Hirsch, Co-Chairman di Global Technology, Media & Telecom Group, all'interno di Global Banking and Markets e Co-lead di One Goldman Sachs Family Office Initiative. "I clienti spesso sfruttano il family office a vantaggio dei loro business, ad esempio fornendo capitale per la crescita a prezzi interessanti o utilizzando gli asset del family office per generare capacità di prestito per i business esistenti o nuovi", ha aggiunto Hirsch.
Tra coloro che sono coinvolti in questi business, il 56% ha dichiarato che una "valutazione interessante" sarebbe un catalizzatore per la vendita. In caso di vendita, i family office preferirebbero un acquirente strategico o corporate (42%) o un'istituzione (22%), fattore che forse indica un'inclinazione verso coloro che sono percepiti come più propensi a offrire una valutazione superiore. Per il 25% degli intervistati, il profilo dell'acquirente non è importante, indicando quindi una motivazione legata alla valutazione stessa.
Mentre circa un terzo dei family office a livello globale ha indicato che l'investimento in aziende familiari è al centro della propria filosofia di investimento, solo l'11% ha indicato una preferenza per la possibilità di vendere l’attività a un'altra famiglia. "Spesso vediamo i family office emergere come acquirenti preferenziali in situazioni in cui il venditore può apprezzare l'ulteriore livello di confidenzialità che essi implicano o il senso di appartenenza associato ai family office", ha dichiarato Hirsch. "In periodi caratterizzati da dinamiche di mercato difficili, i family office continuano a distinguersi per la stabilità del pool di capitale, per gli orizzonti di investimento a lungo termine e per la capacità di essere decision maker molto efficienti e partner in grado di offrire soluzioni creative".
Operazioni e struttura
Quasi la metà (48%) dei family office intervistati assiste il creatore originario del patrimonio. Quando viene chiesto loro se la nuova generazione influenza in qualche modo la strategia di investimento, il 61% ha risposto di no.
"Il trasferimento di ricchezza e il cambiamento delle dinamiche di creazione della ricchezza previsti stanno portando a un cambiamento fondamentale nelle preferenze degli investitori", ha dichiarato Flynn. "Coinvolgere la prossima generazione nelle questioni finanziarie fin da subito e con una certa regolarità conferirà loro le conoscenze, le risorse e gli strumenti necessari per amministrare responsabilmente il patrimonio familiare a lungo termine".
I family office sono generalmente gestiti in modo snello, con l'88% che dichiara di avere team di investimento composto da 10 dipendenti o anche meno. A testimonianza della natura istituzionale dei partecipanti al sondaggio, il 90% degli intervistati ha capacità di gestione interna degli investimenti. Quasi la metà (49%) ha dichiarato di gestire internamente la maggior parte delle proprie esigenze di investimento, mentre il 44% ha adottato un approccio ibrido tra gestione interna e outsourcing.
Metodologia dell'indagine
L'indagine si concentra sui family office più simili alle istituzioni: oltre il 70% degli intervistati ha un patrimonio netto di almeno 1 miliardo di dollari e più del 90% ha capacità di gestione interna degli investimenti. Il sondaggio ha preso in esame le opinioni dei decision maker dei family office, spesso il chief investment officer. Le risposte sono state raccolte dal 17 gennaio al 13 febbraio 2023 tramite un sondaggio quantitativo online distribuito ai family office via e-mail. In totale hanno partecipato 166 decision maker di family office diversi a livello globale: il 57% basato in America, il 21% nell'area EMEA e il 22% nell'area APAC. Goldman Sachs si concentra sui Family Office
"I family office istituzionali sono diventati dei player fondamentali nei mercati pubblici e privati e hanno esigenze complesse e specifiche. In Goldman Sachs, il nostro approccio consiste nel porre questi clienti al centro di tutto ciò che facciamo, mettendo a disposizione il capitale intellettuale e l'esperienza di livello mondiale di cui disponiamo in tutte le nostre attività. Riteniamo che questo approccio integrato consenta di offrire a questi clienti un'esperienza più completa, che essi ritengono particolarmente importante", ha dichiarato Kim Posnett, Head of Global Technology, Media and Telecommunications (TMT) Investment Banking di Goldman Sachs e Co-Head di One Goldman Sachs.
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