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Previdenza, il 61% degli strumenti investe in titoli di debito

6/8/2017 | Marcella Persola

Così emerge dalla relazione annuale di Covip presentata quest'oggi a Roma.


Cresce il numero di iscritti alla previdenza complementare. Alla fine del 2016 le adesioni sono cresciute del 7,6% e gli iscritti sono pari a circa 7,8 milioni. Rispetto all’anno precedente, gli iscritti ai fondi negoziali sono aumentati del 7,4%. Anche al netto delle adesioni contrattuali, l’incremento risulta positivo per la prima volta dal 2008. Nei fondi pensione aperti l’aumento è stato del 9,5%, il più elevato degli ultimi anni, mentre i PIP “nuovi” hanno registrato una crescita del 10,3%; includendo anche i vecchi PIP, il segmento dei prodotti assicurativi raggiunge il 42% degli iscritti complessivi. Questo è lo scenario che emerge dalla relazione annuale Covip tenutasi quest'oggi a Roma.

 

A livello di patrimonio a fine 2016 quello delle forme pensionistiche complementari ha superato i 151 miliardi di euro, in aumento del 7,8% rispetto al 2015. Il flusso di TFR versato ai fondi pensione, pari a 5,7 miliardi di euro, costituisce il 40% circa dei flussi contributivi destinati alla previdenza complementare. Rimane diffuso il fenomeno delle interruzioni contributive soprattutto fra i fondi aperti e i PIP. Nel 2016 ha interessato quasi 2 milioni di iscritti, prevalentemente lavoratori autonomi.

 

Sul fronte invece dei rendimenti, a fronte di un andamento positivo dei titoli azionari e obbligazionari nei principali mercati mondiali, nel 2016 i risultati delle forme pensionistiche complementari sono stati positivi per tutte le tipologie di forma e di comparto. I rendimenti medi, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, si sono attestati al 2,7% nei fondi negoziali e al 2,2% nei fondi aperti; per i PIP “nuovi” di ramo III, il rendimento medio è stato del 3,6%; le gestioni separate di ramo I hanno reso il 2,1%. Nello stesso periodo il TFR si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,5%.

 

Su un periodo di osservazione più ampio (2008-2016), comprensivo delle fasi di turbolenza dei mercati finanziari, il rendimento netto medio annuo dei fondi pensione negoziali è stato del 3,4%, quello dei fondi aperti del 2,9%; nei PIP è stato del 3% per le gestioni di ramo I e del 2,2% per le gestioni di ramo III. La rivalutazione del TFR è stata del 2,2%.

 

Dal punto di vista dell'allocazione degli investimenti invece il 61% è investito in titoli di debito, per i tre quarti costituiti da titoli di Stato. Il 16,3% è costituito da titoli di capitale e il 13,5% da OICR. Gli investimenti immobiliari, in forma diretta e indiretta, rappresentano il 3,3% del patrimonio e riguardano quasi esclusivamente i fondi preesistenti.

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