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Reti, solo Mediolanum si distingue nella previdenza complementare

2/5/2024 | Marcella Persola

Per Primanni, ceo di Excellence Consulting. "la ricerca mostra che c’è l’opportunità di accelerare nei processi di crescita, migliorando i modelli organizzativi e gli approcci commerciali dedicati alla previdenza"


In attesa di capire a chi saranno attribuite le funzioni del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare in Italia le banche già hanno mostrato di essersi ben mosse su quel fronte.

A riportarlo è un'analisi condotta dalla società di consulenza Excellence Consulting, intitolata “Il mercato della previdenza complementare in Italia” che evidenzia come la bancassurance stia puntando proprio sulla previdenza complementare.

Lo studio si focalizza inizialmente su un'analisi dei dati di mercato partendo dai dati istituzionali (tratti da Ania, Covip e Ivass a dicembre 2022). Dal 2021 al 2022 in Italia le forme pensionistiche complementari sono aumentate del 5,4% e riguardano 9,24 milioni di lavoratori (1/3 del totale). Le contribuzioni medie più elevate si osservano in Lombardia e nel Lazio, con rispettivamente 3.350 e 3.010 euro, tallonate da Emilia-Romagna con 2.920 e Piemonte con 2.810 euro.  Ad espandersi maggiormente dal 2021 al 2022 sono i fondi pensione negoziali (+9,9%, iscritti 3,7 milioni), che precedono i fondi pensione aperti (+6%, iscritti 1,79 milioni), fondi pensione preesistenti (+4,4%, iscritti 0,65 milioni), Nuovi PIP – Piani individuali pensionistici (+2,4%, iscritti 3,53 milioni), Vecchi PIP (iscritti 0,31 milioni). 

 

Guardando invece ai distributori emerge che una forte concentrazione per quanto riguarda i fondi pensione (chiusi, aperti, preesistenti, PIP – Piani individuali pensionistici) nella bancassurance Generali che asseconda meglio la tendenza con 19 miliardi di euro di riserve previdenziali nel 2022 (25,8% del mercato) rispetto alle riserve Vita (148,3 miliardi 20,7% del mercato). Seguono Poste Vita (10,8 miliardi di riserve previdenziali, 14,7% del mercato vs 142,7 miliardi di riserve Vita, 19,9% del mercato) e Intesa Sanpaolo (8,4 miliardi di riserve previdenziali, 11,4% del mercato vs 136,5 miliardi di riserve vita, 19,1% del mercato). Tra le banche reti di consulenti finanziari spicca Mediolanum (4,9 miliardi di riserve previdenziali, 6,6% del mercato vs 24,8 miliardi di riserve vita, 3,5% del mercato). 

“Dal 2020 al 2050 – afferma Maurizio Primanni, (nella foto) ceo di Excellence Consulting - il tasso di sostituzione lordo della previdenza obbligatoria decrescerà dal 71,7% al 58,4% nel privato e dal 54,9% al 46,7% tra gli autonomi (dati Ragioneria generale dello Stato), ma la previdenza complementare in Italia è ancora in stallo: le forme previdenziali integrative nel nostro Paese rappresentano alla fine del 2022 meno del 10% del PIL, in UK oltre il 100% e nei Paesi Bassi più del 200%. La nostra ricerca dimostra che, se da un lato c’è consapevolezza, sia da parte dei lavoratori della necessità di tale scelta, sia da parte dei distributori - in particolare Generali, Poste Vita e Intesa Sanpaolo, e Mediolanum tra le reti, - delle grandi potenzialità di questo mercato, dall’altra parte c’è l’opportunità di accelerare nei processi di crescita, migliorando i modelli organizzativi e gli approcci commerciali dedicati alla previdenza.” 

 

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