Dopo Natixis in luglio, ora è il turno di Barclays.

 

L'istituto inglese, un peso massimo nel mondo delle materie prime, ha rinunciato alla presenza sul parterre del London Metal Exchange (Lme), uno dei pochi sopravvissuti al mondo.
L'accesso al "ring" della Borsa metalli londinese è un privilegio riservato soltanto ai membri di Categoria 1 dell'Lme, che ora si riducono ora ad appena undici.

La banca britannica assicura che resterà "profondamente impegnata sul mercato dei metalli di base e al London Metal Exchange": la sua retrocessione volontaria alla Categoria 2 le consentirà comunque di proseguire le contrattazioni per via telematica e per telefono. Ma ad un costo che è circa la metà.

 

"Riconosciamo che i modelli di business stanno cambiando", ha commentato Martin Abbott, ceo dell'Lme, che entro fine anno completerà il passaggio al l'Hong Kong Exchanges and Clearing, dopo che questa l'ha rilevato per 2,2 miliardi di dollari.
 

 

Così come il posto di Natixis non è rimasto vacante a lungo (nel giro di tre mesi le è subentrata Jefferies), anche Barclays potrebbe essere presto sostituita, magari da una banca cinese.
 

Il suo abbandono, tuttavia, è significativo in un periodo in cui le grandi banche stanno progressivamente disimpegnandosi dai mercati delle materie prime, fino a pochi anni fa gallina dalle uova d'oro e oggi fonte di infiniti grattacapi.