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I giovani bussano alla porta del risparmio gestito

11/4/2023 | Francesco D'Arco

La mancanza di interesse verso risparmio e investimenti non riguarda le nuove generazioni. La domanda è chiara. Ora serve un'offerta altrettanto nitida.


Da sempre lamentiamo la carenza di competenze finanziarie nelle famiglie italiane e, spesso, viene sottolineata la mancanza di volontà dei singoli cittadini a volersi informare. Quante volte i dibattiti sull’educazione finanziaria si sono conclusi denunciando, da un lato, la carenza di una proposta formativa adeguata e, dall’altra, la mancanza di interesse verso gli argomenti del risparmio gestito e degli investimenti? L’ultima Indagine sugli Italiani e il Risparmio realizzata da ACRI e Ipsos e presentata il 31 ottobre a Roma in occasione della 99esima Giornata Mondiale del Risparmio, offre un quadro molto diverso e impone a tutti quanti noi un cambio di prospettiva. 

 

Il tema di quest’anno era “Scelte consapevoli, educazione, responsabilità. La sfida del risparmio per le nuove generazioni” e l’indagine si è focalizzata molto sul confronto tra nuove generazioni (18-30enni) e “adulti” (45-64enni). Un confronto che vede i primi emergere in positivo. Soprattutto se parliamo di educazione e rapporto con il mondo degli investimenti.

 

Dati alla mano i giovani 18-30enni sono risultati maggiormente interessati degli adulti (45-64 anni) ai principali temi che riguardano la gestione del denaro: soprattutto vorrebbero sentirsi più preparati sulle principali forme di investimento per il futuro (33% vs 22% tra i 45-64enni)  rispetto alle quali riconoscono una carenza informativa, sugli strumenti di gestione del risparmio (22% vs 13% tra i 45-64enni), sul funzionamento dei fondi previdenziali e di pensione integrativa (24% vs 17% tra i 45-64enni), meno sui prodotti assicurativi.

 

I giovani sembrano, dunque, del tutto consapevoli dell’importanza della formazione finanziaria per gestire in modo responsabile il denaro, prendere decisioni finanziarie informate e pianificare il proprio futuro finanziario, per raggiungere, in definitiva l’indipendenza economica che per ora rimane un obiettivo più aspirazionale che reale; solo un quarto di loro dichiara di sentirsi pienamente autonomo.

 

Una fotografia che arriva a chiusura del mese dedicato all’educazione finanziaria mostrando l’esistenza di un nuovo futuro per l’industria della consulenza finanziaria e del risparmio gestito. Caduto l’alibi della mancanza di “domanda” di formazione, non resta che rispondere con un’offerta in grado di costruire gli investitori di domani, sperando che siano consapevoli e responsabili.

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