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Gestore della settimana: "La mia parola d'ordine è cautela"

7/28/2014 | Massimo Morici

La bolla del credito ha colpito molte economie portando il loro indebitamento a livelli troppo elevati: ecco perché gli effetti delle politiche di ribilanciamento saranno critiche per tutti gli investimenti, avverte James Harries, gestore del fondo BNY Mellon Global Real Return


“I mercati continueranno a correre, e chi lo sa? Solo di una cosa siamo certi, e cioè che non mancano le ragioni per essere cauti: la bolla del credito ha colpito molte economie portando il loro indebitamento a livelli tanto elevati da compromettere le loro prospettive economiche”. Non nasconde una buona dose di scetticismo, parlando dell’andamento delle borse e dei mercati obbligazionari nei prossimi mesi, James Harries (nella foto),  gestore del fondo BNY Mellon Global Real Return (denominato in euro). AdvisorOnline.it lo ha incontrato a Milano nelle scorse settimane in occasione di una presentazione del fondo ai distributori in Italia.


“Il fatto di avere più debito – prosegue - non è una cattiva cosa di per sé: il problema sono i contestuali bassi livelli di crescita. Le authority sono consapevoli di questo fatto e hanno messo in campo politiche non convenzionali che hanno spinto in alto un po' tutte le asset class, ma gli effetti sull’economia sottostante sono stati minimi. Così il gap tra l’economia finanziaria e quella reale è molto più ampio di quello che ci si aspetterebbe. E ciò desta non poche preoccupazioni. In futuro ci aspettiamo un periodo prolungato di crescita ridotta e maggiore volatilità, con una riduzione del debito a livelli più gestibili”. Ma il punto, secondo il gestore, è proprio come ci si arriverà nei prossimi anni, anche perché gli effetti delle politiche di ribilanciamento saranno critiche per tutti gli aspetti delle prospettive di investimento. Prendiamo le attuali valutazioni, spesso distorte: secondo Harries sono da considerare tra i principali rischi, accanto all'inflazione e al rallentamento della crescita cinese, a seguito dei massicci finanziamenti all’economia domestica degli anni passati che hanno alimentato una bolla nel settore finanziario.
 

Passando all’equity, nonostante Stati Uniti siano l’economia più forte al momento a livello globale, per il gestore c’è più valore in Europa (oltre il 22% del portafoglio del fondo è investito in azioni europee e il 17% circa in azioni statunitensi). Il motivo? “Crescita economica e remunerazione degli investimenti –puntualizza  - non sono la stessa cosa: l’economia USA va meglio, ma le migliori opportunità per un investitore azionario oggi sono senz’altro in Europa. Se guardiamo ai settori, invece, vediamo buone opportunità di investimento nell’health care, nelle telecomunicazioni e in alcune ben selezionate società hi – tech”.

Un’altra asset class su cui il gestore è positivo sono le obbligazioni societarie (9,5% del portafoglio del fondo), con le dovute cautele. “Ci preoccupa – spiega - il livello di liquidità raggiunta in questi mercati. Mi riferisco in particolare all’idea della Fed di introdurre una penalità qualora un investitore voglia uscire dai fondi obbligazionari. Una notizia che mi ha letteralmente stupito, ma sintomatica di questo problema”. In ultimo, non mancano le buone parole per le obbligazioni governative (16% del portafoglio del fondo), un’asset divenuta sempre meno popolare negli ultimi mesi, ma che potrebbero tornare in voga quando, finite le politiche non convenzionali, “i mercati si accorgeranno che l’equity non è così forte come in realtà sembra”.



CHI E’ JAMES HARRIES
 
E' un gestore del global equity team di Newton Investment Management (società interamente controllata da BNY Mellon) e responsabile della gestione di diversi mandati azionari globali e multi-asset. Inoltre, è membro del global equity model group e gestore dei fondi Newton Global Higher Income Fund e BNY Mellon Global Real Return Fund (denominato in euro). Prima di entrare in Newton nel 2005, ha lavorato in Veritas Asset Management, dove è stato responsabile del lancio e della gestione di un fondo global income. Ha conseguito una laurea in finanza ed è membro della UK Society of Investment Professionals.
 

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