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9/12/2014
Il referendum per la Scozia indipendente "potrebbe essere un buon pretesto per la tradizionale correzione d'autunno". Lo scrive Alessandro Fugnoli (Nella foto), strategist di Kairos Partners nell'ultima newsletter il Rosso e il nero, secondo cui la vittoria dei sì potrebbe aprire un prolungato periodo di volatilità.
"Tutte le banche centrali - prosegue - saranno impegnate a frenare il più possibile la volatilità, prima sui cambi, poi su tassi e borse. Non potranno però, fare miracoli", anche perché "la Spagna sarà attaccata dai mercati" per il timore di una deriva scozzese in Catalogna e l'aumento dello spread spagnolo "coinvolgerà anche l'Italia, ma la Bce sarà pronta a contenere i danni". La vittoria dei no, invece, produrrà un rally di sollievo, che però "sarà breve e modesto (tranne Londra)".
Tra le conseguenze economiche più rilevanti, in caso di vittoria dei sì al referendum del 18 settembre, c'è la probabile fuga dei principali player finanziari: le due principali anche che hanno sede ad Edimburgo, Rbs (per l'80% controllata dal governo del Regno Unito) e Lloyds banking (per il 25% pubblica), sarebbero pronte a traslocare a Londra, mentre Standard Life ha chiesto che i clienti non scozzesi siano tutelati dai regolatori britannici.
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