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Grexit, tre scenari secondo AXA IM

4/22/2015 | Redazione Advisor

La suspense potrebbe durare fino al prossimo incontro dell’Eurogruppo a Riga, previsto per venerdì 24 Aprile


I negoziati tra le autorità greche e i finanziatori internazionali  tengono con il fiato sospeso i mercati. Mentre la Grecia apporta piccole aggiunte al piano di riforme precedentemente respinto, il trio di creditori, partner dell’Eurozona, Fmi e Bce, pretende riforme strutturali ampie e credibili, in linea con quanto concordato in precedenza, in cambio dell’erogazione dell’ultima tranche del secondo piano di salvataggio. La suspense potrebbe durare fino al prossimo incontro dell’Eurogruppo a Riga, previsto per venerdì 24 Aprile.

"Meno passi avanti faranno i negoziati, più a lungo dureranno le trattative e ciò spingerà i greci a una corsa agli sportelli bancari nel timore di un blocco dei prelievi. Questa logorante corsa agli sportelli potrebbe portarle all’insolvenza e costringerebbe la Bce a sospendere l’immissione di liquidità, già intorno ai 100 miliardi di euro" crsive in un recente commento Eric Chaney (nella foto), chief economist di AXA Group & head of research di AXA IM. Ecco i tre scenari delineati dall'economista.

Scenario positivo  
Prevale la disponibilità a negoziare. Il governo greco porta avanti le riforme strutturali, modifica l’obiettivo di avanzo primario, la Review della Grecia ha un esito positivo, l'ultima tranche del prestito viene erogata (oltre alle cedole delle obbligazioni nelle mani della BCE) e la Grecia ottiene una riduzione del valore attuale netto del debito del paese.

Scenario difficile  
La corsa agli sportelli bancari accelera, in previsione dell’esito negativo della Review, il governo applica i controlli sui capitali e un tetto settimanale sui prelievi di liquidità, come avvenne a Cipro nel 2013. La rapida recessione dell’economia convince il governo a negoziare (forse dopo elezioni anticipate). Quindi si torna allo scenario precedente.

La Grecia esce dall’Ue  
L’inizio è simile allo scenario precedente ma il governo torna alla posizione iniziale (forse dopo le elezioni anticipate), la fuga dei capitali e l’insolvenza delle banche costringono all’emissione di una nuova valuta, inizialmente in parità con l’euro, che si svaluta bruscamente dopo il floating. Il costo finanziario per l’Area Euro è ingente, tra 150 e 200 miliardi di euro. Eppure la Grecia resta nell’Unione Europea, la svalutazione ha successo e segue infine la ripresa. Dopo l’introduzione dei controlli di capitale, la decisione politica di emettere una valuta nazionale potrebbe avvenire dopo molto tempo e quindi essere gestibile. In alternativa a un’uscita controllata dall’Eurozona, la situazione politica potrebbe farsi caotica e la Grecia potrebbe uscire dall’Unione Europea. Ma questo scenario così negativo ci sembra alquanto improbabile.

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