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Sette cose da sapere sulla crisi in Grecia

6/29/2015 | Alessandro Chiatto

La trattativa tra la Grecia e i suoi creditori si è interrotta. La decisione di Tsipras di indire un referendum e la campagna per il voto “no “porta con sé diverse domande e possibili scenari, che Luca Gianelle, client portfolio manager di Russell Investments, prova a delineare nella sua analisi


La trattativa tra la Grecia e i suoi creditori si è interrotta. La decisione del premier Alexis Tsipras (nella foto) di indire un referendum e la campagna per il voto “no “porta con sé diverse domande e possibili scenari, che Luca Gianelle, client portfolio manager di Russell Investments, prova a delineare nella sua analisi. 

 

  • Come ci si aspetta che la Grecia voterà? La proposta dei creditori non è stata né finalizzata, ne formalizzata. Inoltre le trattative riguardavano un’estensione del programma in atto che però formalmente termina domani, martedi 30 giugno. Un voto “si” dei greci potrebbe semplicemente rivitalizzare il programma. In realtà, però, il referendum è un voto se lasciare o meno la zona euro. 
  • Un accordo può essere raggiunto prima del referendum? In teoria si, in pratica crediamo che sia molto improbabile.
  • Perché Tsipras sta percorrendo questa strada? Sinceramente non sappiamo e non comprendiamo. Probabilmente dovrà dare le proprie dimissioni in caso prevalga il si. Più probabilmente, vuole posizionarsi in caso di elezioni lampo.
  • Cosa accadrà domani se la Grecia non pagherà la tranche di pagamenti all’Fmi? Ciò chiude le porte di una partecipazione del Fondo Monetario Internazionale a un programma futuro. Cosa che ai creditori non piace affatto. Inoltre fa sorgere la domanda su come la Bce valuterà il collaterale garantito dal governo greco. Può non fare niente, aumentare gli standard dei collaterali o può ritirare completamente il supporto del programma ELA. L’ultima ipotesi sarebbe un disastro per il sistema finanziario greco e potrebbe costringere il governo greco a uscire dalla zona euro.

 

Naturalmente, gli eventi di questi giorni hanno un impatto considerevole sui nostri scenari e le rispettive probabilità:

 

  • Raggiungimento di un accordo (10%): la probabilità che questo avvenga è scesa significativamente dal 50% al 10% alla luce della rottura dei negoziati. La porta per un possibile accordo non è ancora chiusa del tutto ed è per questo che abbiamo assegnato una piccola possibilità;
  • Nessun accordo viene raggiunto, parte del debito greco va in default, il paese impone controlli ai capitali ma rimane nella zona euro (un po’ come Cipro) (60%): Questa è attualmente la strada sulla quale si trova la Grecia. La combinazione di un default domani e di un voto “si” domenica potrebbe solidificare questo scenario, anche se una necessaria ricapitalizzazione delle banche potrebbe portare il paese nello scenario 1 o 3. Continuiamo a pensare che questo scenario possa rappresentare un’occasione di acquisto ma attendiamo un segnale decisivo, una nuova azione della Bce o un accordo di qualche tipo;
  • Nessun accordo viene raggiunto, la Grecia va in default, la Bce ritira il supporto ELA costringendo il governo greco a istituire controlli ai capitali, iniziando il processo di uscita dall’euro (30%): questo scenario è diventato più probabile ma non è ancora il nostro scenario con maggiori probabilità.

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