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Rialzo dei tassi: per SSgA settembre non è troppo presto

8/28/2015

All'inizio di quest'anno, la maggior parte degli analisti si aspettava l’avvio del rialzo a inizio giugno che poi è stato rinviato. Il capo economista Chris Probyn spiega perché la banca centrale potrebbe decidere di accelerare i tempi


L'iinflazione che scivola ulteriormente sotto il 2%, e la Grecia, Portorico e la Cina costantemente sotto osservazione da parte degli investitori. Ecco il motivo per cui sembra che la Fed alzerà ancora i tassi quest'anno. Almeno secondo Chris Probyn (nella foto), capo economista di State Street Global Advisors, uno dei principali asset manager americani con circa 2.400 miliardi di dollari in AUM. La Fed ha indicato che deve essere ragionevolmente sicura di poter ottenere un’inflazione al 2% prima di poter porre fine alla sua politica di tassi di interesse prossimi allo zero. All'inizio di quest'anno, la maggior parte degli analisti si aspettava l’avvio del rialzo a inizio giugno che poi è stato rinviato. Il mercato dei futures sta attualmente valutando all’incirca una probabilità 50/50 di un primo rialzo dei tassi nel mese di settembre.

Ma perché proprio quest'anno? Da un punto di vista puramente economico, sottolinea Probyn in un recente commento sulla politica monetaria in America, sembrerebbero di gran lunga maggiori i rischi associati all’avvio di una politica restrittiva troppo presto piuttosto che troppo tardi. Dunque, perché avere fretta? Per l’economista ci sono almeno tre motivi per alzare i tassi a settembre: la Fed, ricorda, ha anche il compito di mantenere la stabilità finanziaria e più a lungo mantiene i tassi di interesse a questi livelli straordinariamente bassi, maggiore è la possibilità che le bolle si formino e scoppino.

In secondo luogo, “allo stesso modo la Fed non avrebbe quasi nessuna capacità di contenere rapidamente le aspettative di inflazione, e non avrebbe quasi nessun modo di abbassarle di nuovo se ci fosse la percezione che la fase di allentamento perduri troppo a lungo e le aspettative si disancorassero al rialzo”. Terzo, e forse più importante, “finché la politica dei tassi di interesse rimane vicino alla soglia zero, la Fed non ha munizioni per contrastare uno shock. Per sua ammissione la Fed potrebbe riavviare un QE, ma non crediamo che sarebbe particolarmente efficace di per sé” sottolinea l’economista. La strada per Hanet Yellen è sempre più stretta e difficile.

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