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I 9 rischi geopolitici del 2016

12/21/2015 | Alessandro Chiatto

Queste criticità sono intrinsecamente difficili da prevedere, tuttavia in questo documento degli esperti d'investimento di GAM, proviamo a farci un'idea su quelle che possono essere le questioni chiave del 2016


Il mondo si confronta continuamente con numerose crisi concomitanti e con rischi sostanziali che hanno le potenzialità per condizionare le società globali negli anni a venire. I rischi geopolitici sono intrinsecamente difficili da prevedere, tuttavia in questo documento degli esperti d'investimento di GAM, proviamo a farci un'idea su quelle che possono essere le questioni chiave del 2016.  

 

1) La Brexit 

 

“Sebbene a mio avviso rimanga improbabile che il referendum nel Regno Unito porti a un ritiro negoziato di questo paese dall’UE - sostiene Larry Hatheway, responsabile delle soluzioni di portafoglio multi-asset ed economista del gruppo - il rischio per i mercati è dato dall’incertezza di questo risultato e dalle possibili conseguenze per i prezzi degli asset. Le implicazioni per i mercati potrebbero includere, tra l’altro, una certa debolezza per la sterlina e i titoli finanziari”.

 

2) Mancanza di crescita in Europa

 

“La crisi della crescita che sta affliggendo l’Europa resta irrisolta - sostiene Oliver Maslowski, gestore di portafoglio, azioni europee - e anzi potrebbe potenzialmente peggiorare a causa della crisi migratoria. Si aggiunga poi che la crisi dell’euro è lontana da una soluzione e gli investitori ne devono essere consapevoli"

 

3) Il prezzo del petrolio e il Medio Oriente 

 

“Ritengo - spiega Paul McNamara, direttore d’investimento, strategie di debito dei mercati emergenti - che il rischio principale a livello globale sia l’impatto dei minori prezzi del petrolio nel Medio Oriente. Si stanno già evidenziando le prime tensioni e, se i prezzi rimarranno così bassi, si potrebbe creare anche una certa instabilità".

 

4) Stipendi più alti e margini minori

 

“La disuguaglianza di reddito - sostiene John Lambert, direttore d’investimento, strategie azionarie globali e del Regno Unito - è da diverso tempo una questione molto importante. Le aziende negli USA e in Europa stanno iniziando ad aumentare i salari, come conseguenza più in generale dei cambiamenti politici. Sebbene questo fenomeno sia sicuramente positivo, riteniamo che ciò rappresenti un rischio considerevole per la visione generale del mondo”.

 

5) L’Iraq 

 

“Ritengo - dichiara Roberto Cominotto, gestore di portafoglio, strategie energetiche - che la divisione dello stato iracheno sia solo una questione di tempo. Attualmente, i prezzi del petrolio non includono premi per rischi geopolitici e nessuno degli altri paesi principali produttori di petrolio avrebbe la capacità per compensare un'interruzione grave della produzione”.

 

6) Le ambizioni geopolitiche della Cina  

 

“Nel 2016 - afferma Michael Lai, direttore d’investimento, strategie azionarie asiatiche - la crescita delle tensioni politiche in Asia inciderà probabilmente sull'umore nella regione. Ad accrescere ulteriormente le tensioni ci sono le elezioni di Taiwan del prossimo anno, dove si prevede con ampia probabilità l’avanzata del partito indipendentista DPP”.

 

7) Il protezionismo e le barriere commerciali

 

“Potremmo assistere - si aspetta Ernst Glanzmann, direttore d’investimento e responsabile delle strategie azionarie giapponesi -  a un mutamento verso un maggiore protezionismo in termini di circolazione di beni e persone. Innanzitutto, la moderata ripresa del commercio e dell’economia globali e le politiche di promozione delle esportazioni attuate di recente dalla Cina potrebbero portare all'imposizione di barriere, tariffarie e non, a livello mondiale. In un contesto caratterizzato da tali cambiamenti, il divario tra vincitori e perdenti tende ad ampliarsi”.

 

8) Le elezioni presidenziali negli USA

 

“Una fonte di rischio politico per il 2016 - sostiene Matt Linsey, managing partner e gestore di portafoglio presso la North of South Capital LLP - meno discussa è rappresentata dalle elezioni presidenziali del prossimo anno negli Stati Uniti. Indipendentemente da chi sarà il vincitore, ci attendiamo un investimento significativo nelle infrastrutture, soprattutto nel caso di un rallentamento della crescita economica negli USA, dato che la politica monetaria ha raggiunto un livello di saturazione.

 

9) BCE e Fed: è ora di muoversi?

 

"Sia la Bce sia la Fed - chiude Tim Haywood, direttore d’investimento e responsabile delle strategie a reddito fisso - rischiano di dover ripensare - e anche piuttosto in fretta - le mosse messe in atto a dicembre. Negli ultimi quattro decenni, i dati produttivi dell’ISM sono stati un indicatore fondamentale nel prevedere recessioni quando i valori erano inferiori a 50, come sta accadendo ora. Anche la fiducia delle aziende statunitensi è in difficoltà, secondo molti sondaggi regionali. È questo lo scenario ideale per accompagnare il recente rialzo dei tassi? Per queste ragioni, ritengo che il rischio di un rovesciamento della politica della Fed nei prossimi 12 mesi sia del 25%". 

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