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Gestore della settimana: nei mercati emergenti c'è qualità

3/23/2016 | Marcella Persola

Ne è convinto Sam Mahtani, responsabile della strategia Global Emerging Markets Equity ESG di BMO che afferma come la strategia ESG...


Seppure oggi il settore sia abbastanza di nicchia, nel futuro si dedicherà sempre più attenzione al tema ESG. Ne è convinto Sam Mahtani, responsabile della strategia Global Emerging Markets Equity ESG di BMO, che Advisor ha incontrato recentemente a Milano. Nel corso della chiacchierata l’esperto ha evidenziato come oggi nei mercati emergenti ci siano molte opportunità sul fronte ESG e come il focus del processo di investimento si concentri sulla qualità delle aziende inserite in portafoglio.

“La qualità ruota attorno a quattro criteri fondamentali quali: la sostenibilità del business model, bilanci robusti, team di gestione comprovato e allineamento con i maggiori azionisti. Siamo interessati ad aziende con un alto rendimento del capitale investito, con brand forti e market leader, con poco debito e limitati rischi di cambio e un solido management team e buona politica di distribuzione di dividendi” racconta Mahtani. Che aggiunge come nel lungo termine queste società siano in grado di generare rendimenti più forti rispetto a quelle che non sono legate al tema ESG.

“Lo conferma anche uno studio dell’Università di Oxford che evidenzia come nel lungo termine le società con una qualità elevata generino performance superiori nei mercati emergenti”. Ecco perché sarebbe bene approcciare questo ambito. E si può dire che alcuni investitori se ne siano accorti. “Studi accademici mostrano come rispetto al passato si sia ampliato il bacino degli investitori. Rispetto al passato dove erano principalmente le fondazioni, le charities a investire in tale ambito, oggi c’è un interesse anche da parte dei fondi mainstream, ossia fondi pensione, investitori istituzionali e fondi di fondi” continua Mahtani.

Ma dove si può trovare del valore oggi, o meglio quali sono i settori che meglio corrispondono a questi criteri?

“Investiamo principalmente nelle aree che presentano una crescita di PIL pro-capite elevata. Paesi come le Filippine, il Vietnam, l’India, l’Indonesia sono interessanti perché in questi paesi proprio grazie alla crescita del PIL assisteremo a un aumento dei consumi, all’utilizzo di maggior tecnologia e altro” spiega l’esperto. Inoltre essendo interessati da numerosi cambiamenti demografici saranno protagonisti di una crescita della domanda.

 

I principali settori sui quali la strategia è esposta sono quello finanziario per il 31,2%; quello dei consumi per il 25,6% e dell’information technology per il 15,6%. Sorprende che l’esposizione principale sia sul finanziario. “Il settore finanziario nei paesi emergenti è molto differente rispetto a quello dei paesi sviluppati” chiarisce Mahtani. “Ad esempio noi abbiamo investito in Bank Mandiri che è una private bank indonesiana. Il settore bancario in Indonesia è molto profittevole con una media del ROA intorno al 2,4%. La profittabilità è dovuta agli alti margini di interesse e alla mancanza di leva” prosegue l’esperto che invece suggerisce di tenersi lontano da settori come materie prime e utilities che infatti sono sottopesati.

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