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È il momento di puntare sulle PMI italiane

8/21/2023

In una fase delicata come quella attuale bisogna abbandonare il Beta (o ridurlo) per favorire storie idiosincratiche dai fondamentali solidi. Il commento di AcomeA


“Potrebbe essere arrivato il momento di abbandonare il Beta e puntare sulle PMI italiane”. Questa in sintesi è la view di Antonio Amendola, senior fund manager, AcomeA SGR.

 

Da inizio anno il FTSE MIB, con una performance positiva del 20%, è stato tra i migliori indici del mondo, trainato in particolare dal comparto bancario. Al netto delle banche però tutto l’indice ha fatto bene e ha quindi pagato essere stati esposti al fattore mercato in generale. Il tutto favorito da un contesto di generale rialzo dei mercati come si vede anche dalla performance del S&P500, che è cresciuto del 15%. “Essere stati “betati” ha dato i suoi frutti da inizio anno” spiega Amendola. 

 

Il rovescio della medaglia, restando sul mercato italiano, è il comparto delle PMI. Lo STAR, indice che racchiude le aziende piccole e medie con i più elevati standard di qualità, ha performato particolarmente bene dal post Covid. Allargando a 10 anni, abbiamo una performance dello STAR non solo nettamente superiore al FTSE MIB ma anche all’S&P500”.

 

Come mai allora questa sottoperformance così marcata da essere un unicum nella storia tra STAR e FTSE MIB? “La risposta è nei prodotti che hanno rilanciato questo indice: i PIR” chiarisce Amendola. “Nel 2023 inizia a maturare il beneficio fiscale di questi prodotti il che ha portato importanti riscatti sui fondi dedicati per ottenere il beneficio fiscale e investire nei BTP resi appetibili dal rialzo dei tassi. Si stima che gli outflow per tutto il 2023 dovrebbero essere più di un miliardo di euro, il che combinato con i bassi volumi dei mercati ha portato a prese di profitto ingiustificate e forzate su società dall’indubbia qualità”.

 

Analizzando l’andamento degli indici nella prima parte dell’anno, Amendola rileva che “i gestori sono stati presi in contropiede dal mercato particolarmente rialzista nonostante le previsioni macroeconomiche in progressivo deterioramento con le tensioni geopolitiche a fare da sfondo. In questo contesto ha premiato essere lunghi mercato, in particolare lunghi sulle large cap italiane (quasi) indiscriminatamente”.

 

A questo punto però cosa fare? Come posizionarsi nei prossimi mesi? “Uno scenario di “hard landing” non sembra essere più nei radar dei macroeconomisti” spiega ancora Amendola, che tuttavia avverte che iniziano a vedersi concretamente sull’economia reale i segni di deterioramento che precedentemente era stati soltanto ipotizzati. “L’economia cinese continua ad arrancare nonostante una politica monetarie espansiva e inizia a destare serie preoccupazioni la crisi di liquidità inarrestabile del settore immobiliare”. In questo scenario, e reduci da performance stellari del primo semestre 2023, “il rapporto rischio/rendimento nel continuare con lo stesso posizionamento della prima parte dell’anno è piuttosto sbilanciato sul rischio. Sull’Italia, inoltre, il settore più “sensibile” a momenti di risk off (anche per rischi politici e non solo macroeconomici) è proprio quello che ha fatto meglio sino ad ora ovvero il settore bancario”. 

 

“Crediamo quindi che in una fase delicata come quella attuale sia il momento di abbandonare il Beta (o ridurlo) per favorire storie idiosincratiche dai fondamentali solidi in particolare sul fronte del debito” prosegue il gestore. “In questo scenario l’universo ideale è proprio l’indice STAR ed in parte il più piccolo EGM in quanto presentano aziende dai fondamentali solidi e dal comprovato track record, hanno sottoperformato per dinamiche tecniche (outflows) e non di fondamentali. Hanno quindi molto meno downside degli altri indici e hanno una componente di performance de-correlata dal resto del mercato il che dà protezione in momenti di elevata volatilità”.

 

“Oltre a questi indici – aggiunge Amendola – segnaliamo anche le situazioni company specific con catalyst precisi e totalmente slegate dall’andamento dei mercati o delle trimestrali come può essere il caso Telecom Italia. Fra i titoli che rispecchiano queste caratteristiche per la seconda parte dell’anno possiamo segnalare, oltre a Telecom Italia, anche Biesse, Fine Foods Pharmaceuticals, Reply, Sesa, Tinexta, Svas Biosana, ABP Nocivelli, Officina Stellare, El En”.

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