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FED, taglio dei tassi a marzo improbabile. I commenti dei gestori

2/1/2024 | Daniele Riosa

Nessuna sorpresa dalla Federal Reserve che lascia i tassi di interesse invariati. La banca centrale USA si atterrà ad un piano che si basa sulla dipendenza dagli indicatori economici


Nessuna sorpresa dalla Federal Reserve che lascia i tassi di interesse invariati in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi dal 2001. Il costo del denaro è fermo da luglio. Vediamo come i gestori commentano le decisioni prese dall’istituto guidato da Jerome Powell

James McCann, vicecapo economista di abrdn, sottolinea che “le dichiarazioni della Fed hanno confermato che la banca centrale non sta più considerando attivamente ulteriori rialzi, confermando ciò che il mercato sapeva già da diversi mesi. Tuttavia, il FOMC non sembra avere fretta di tagliare i tassi, e avverte che prima di allentare la politica monetaria sarà necessario raggiungere un maggiore livello di fiducia nella possibilità di un ritorno dell'inflazione verso l'obiettivo. Una delusione per coloro che sul mercato scommettono su un primo taglio a marzo. Ad ogni modo, la porta non è del tutto chiusa a una rapida svolta nella politica monetaria, poiché la FED ha segnalato che, nel caso in cui i dati economici iniziassero a deteriorarsi, si potrebbe ricorrere a un aggiustamento in tempi brevi”.

Secondo Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac,lo scenario ‘goldilocks’ è in pieno atto. L'economia statunitense viaggia al 3% e sembra confermata la narrazione della disinflazione perfetta, che procede a un ritmo più rapido del previsto: la combinazione dei flussi migratori e l'allentamento dei colli di bottiglia hanno favorito il lato dell'offerta, mentre la deflazione in Cina ha contribuito dal lato della domanda. Il PCE core (l’indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali) e i salari sono in linea con il target del 2% della Fed, il che significa che ci sono tutti presupposti per iniziare ad adottare una politica più accomodante, se necessario, dato che gli attuali tassi di policy sono ben al di sopra del livello di neutralità. Powell vorrà probabilmente evitare di diventare un market mover. La Fed sta ridimensionando la probabilità di un taglio a marzo. Si atterrà invece a un piano che si basa sulla dipendenza dagli indicatori economici. Prima della prossima riunione di marzo sono infatti ancora attesi due dati sull'inflazione e due pubblicazioni sui Non-Farm Payrolls”.

Jon Maier, cio di Global X, rileva come “il comunicato della FED menzioni esplicitamente che una riduzione dei tassi di riferimento sarà presa in considerazione solo quando ci sarà maggiore fiducia che l'inflazione si stia muovendo verso l'obiettivo del 2%. Questa posizione suggerisce un certo grado di cautela, indicando che i tagli dei tassi sono sì all'orizzonte, ma non imminenti. A sostegno di ciò, il rapporto sull’occupazione ADP Payroll ha indicato che il mercato del lavoro si sta indebolendo, ma anche i salari. Le aziende private hanno aggiunto solo 107mila nuovi lavoratori a gennaio, un numero inferiore alle aspettative del mercato, ma che comunque ha rivelato un mercato del lavoro ancora in espansione

Martina Daga, macro economist di AcomeA SGR, spiega che se i tagli dei tassi al meeting di marzo sono improbabili, durante la conferenza stampa, Powell ha invece dichiarato che al prossimo meeting si inizierà a discutere sull'evoluzione del programma di Quantative Tightening. Da giugno 2022 la Fed ha iniziato il QT, lasciando scadere 60 miliardi di dollari di Treasury e un massimo di 35 miliardi di dollari di mortgage-backed securities in media al mese. Già i verbali del meeting di dicembre avevano evidenziato che alcuni membri del FOMC hanno espresso la loro preferenza a iniziare a discutere anticipatamente riguardo i parametri che guideranno la riduzione, o la fine, del programma di QT. Guardando il bilancio della Fed è evidente che il livello di riserve sia rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi mesi, nonostante l'avanzamento del programma di QT. Questo è stato possibile grazie alla veloce riduzione della Reverse Repo Facility che, per il momento, sta garantendo liquidità nel sistema, ma non è scontato continui considerando il trend di veloce decrescita, in quanto i money market funds stanno riducendo i loro depositi presso la Fed e impiegandoli in Treasury. La fine, o la riduzione, del QT diminuirebbe la quantità di titoli di Stato che dovrà essere assorbita dal mercato, anche nel 2024 infatti, secondo le stime, l'offerta netta sul mercato da parte del Tesoro sarà ingente e pari a circa 1.900 miliardi di dollari”. 

Álvaro Sanmartín, chief economist di Amchor IS, ritiene che “la Fed ha fatto sia logico: perché avere fretta di abbassare i tassi quando l'economia cresce al di sopra del potenziale? In effetti, proprio perché l'economia è forte, è difficile credere che la prudenza della Fed nell’iniziare a tagliare i tassi possa generare un rischio significativo di recessione. Stando così le cose, e sebbene non si possa escludere qualche giorno di negatività negli asset di rischio a causa dell'atteggiamento un po' più falco della Fed rispetto alle attese, credo che ci siano ragioni per rimanere ragionevolmente costruttivi con i portafogli. D'altra parte, con l'economia che sembra continuare a mostrarsi solida, temo ancora un po' di essere troppo long duration”.

Per Paul Mielczarski, head of global macro strategy di Brandywine Global, parte di Franklin Templeton, “il FOMC ha rimosso un inasprimento della politica monetaria dalle sue risoluzioni, confermando che i rischi di crescita ed inflazione sono più bilanciati. La Fed ha tuttavia messo in guardia che le serve una maggiore evidenza che l’inflazione stia raggiungendo il 2%, prima di tagliare i tassi. Questa decisione riduce la possibilità di un taglio dei tassi a marzo. Riscontriamo già con ampia evidenza come inflazione e mercato del lavoro si stiano normalizzando dagli shock pandemici. L’economia statunitense sta ritrovando un equilibrio con una crescita del PIL reale intorno al 2% e l’inflazione al 2%. Riducendo gradualmente step by step la politica dei tassi di interesse per rispondere al calo dell’inflazione core, la Fed dovrebbe essere in grado di normalizzare con successo gli aspetti di una politica monetaria restrittiva. L’inizio di questo aggiustamento potrebbe essere ritardato per un mese o due, ma siamo confidenti che stiamo viaggiando nella direzione giusta”.

Jonathan Duensing, head of fixed income di Amundi US, si concentra sulle “implicazioni per i mercati finanziari: ci aspettiamo una certa volatilità dei mercati, in quanto gli investitori sono alle prese con la funzione di reazione della politica della Fed, le incertezze economiche di fine ciclo e il percorso dell'inflazione. Mantenere un orientamento alla qualità più elevata nei portafogli con esposizioni selettive al mercato del credito, dove le valutazioni offrono margini di sicurezza più ragionevoli”.  

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