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Asset manager, polemica sui bonus milionari

9/5/2016 | Davide Mosca

Un'indagine del Financial Times svela remunerazioni superiori anche trenta volte al salario base, ponendo un interrogativo sulla proporzionalità rispetto ai risultati aziendali


Quanto può essere elevato in termini proprozionali rispetto al salario base un bonus per giustificare la sua natura di ritorno a fronte di risultati raggiunti? Se lo chiede il Financial Times commentando i dati relativi a un'indagine sulle remunerazioni dei ceo dei venti più importanti asset manager di Stati Uniti e Europa. Ciò che è emerso è un rapporto medio che vede bonus superiori a 15 volte la retribuzione base, con punte massime vicine a 30 e 24 volte nei casi di Larry Fink, ceo di BlackRock che nel 2015 ha guadagnato complessivamente oltre 25 milioni di dollari, e James Kennedy, ceo di T Rowe Price che si è avvicinato a 9 milioni. In Europa il dato maggiore, con oltre 18 volte il salario base è relativo a Mark Coombs di Ashmore per un gadagno complessivo di 1,9 milioni di sterline, mentre Hendrik du Toit, ceo di Investec AM e Michael Dobson di Schroders seguono rispettavemente con multipli pari a 17 e 15 e remunerazioni complessive oltre gli 8 milioni di sterline.

 

 

 

 

Intervistata da FT, Camilla de Ste Croix, senior policy officer di ShareAction, organizzazione londinese che si occupa di investimenti responsabili, ha definito la situazione dei bonus nell'industria dell'asset management "fuori controllo". Da notare come non sia possibile definire tale situazione una compensazione salariale nei confronti di bassi livelli della paga base, poiché l'indagine dimostra come le maggiori variazioni corrispondano ai più alti livelli di fisso. Resta da valutare la proporzionalità rispetto ai risultati e il potere di incentivo a migliorare la performance. Il dibattito è acceso e in Gran Bretagna, Neil Woodford, uno dei più noti fund manager, ha recentemente abbracciato una politica di bonus zero perché considerati "totalmente inefficaci" come fattore motivante. FT cita inoltre Azimut come uno dei pochi esempi di assenza di bonus per il top management che viene incentivato a creare valore nel lungo periodo tramite una norma che permette la vendita di un quarto delle azioni della società detenute solo al momento della pensione. Un dibattito che va dunque oltre la particolarità della figura del ceo, per cui "gli alti livelli di bonus - sostiene Lee Higgins, chief executive di Buy-Side Club, società specializzata nel recruitment per il settore - sono giustificati dal fatto che esistano poche persone al mondo in grado di guidare con successo un asset manager."

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