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Robeco: la fine del QE è vicina?

7/20/2017 | Redazione Advisor

Per rifarsi alle parole dell'ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, se qualcosa di quanto detto sembra straordinariamente chiaro, è perché sicuramente è stato frainteso.


La politica monetaria delle banche centrali tesse le fila dell’economia mondiale, sebbene i messaggi lanciati dalle stesse siano resi spesso in chiave soft per non turbare i mercati. Per rifarsi alle parole dell'ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, se qualcosa di quanto detto sembra straordinariamente chiaro, è perché sicuramente è stato frainteso. 

 

A poche ore dal meeting sulla politica monetaria della Banca centrale europea, i rumors non confermati di una possibile fine del Quantitative Easing si fanno largo. Secondo Lukas Daalder, Chief Investment Officer di Robeco Investment Solutions, negli ultimi anni le banche centrali sono riuscite a non turbare i mercati con i propri annunci, adottando una linea di comunicazione moderata. La stessa Fed è stata in grado di gestire tre aumenti del costo del denaro in un ciclo restrittivo, annunciando i primi passi di rientro dal Quantitative Easing senza turbare azioni e obbligazioni.

 

L’Europa è vicina alla fine del QE? Secondo Daalder, è interessante osservare come la banca centrale più esplicita del Vecchio continente, la Bank of England, sia quella più lontana da tale ipotesi, mentre chi minimizza sulla prospettiva di un tapering (la Bce) avrebbe ragioni più valide per andare fino in fondo.

A prescindere da quando si avrà, l’impatto netto sui mercati finanziari di una politica monetaria ridimensionata si tradurrà in rendimenti dei titoli di stato europei via via più elevati e, quindi, in prezzi più bassi. Sul fronte azionario, invece, bassi rendimenti e bassi spread hanno contribuito all’apprezzamento del settore e la prospettiva di un ridimensionamento da parte delle banche centrali può penalizzare il sentiment. A riguardo, Robeco si mantiene neutrale; le sole modifiche apportate al portafoglio hanno interessato il fronte valutario, con la chiusura della posizione short sulla sterlina britannica.

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