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Bankitalia, faro sulla Libia

3/2/2011 | redazione

Anche L'Italia in scia di USA, Gran Bretagna e Spagna per il congelamento dei beni.


Quale sarà il destino dei pacchetti azionari libici?

Congelamento come per USA, Gran Bretagna e Spagna?

Per ora la situazione è in stallo; la Banca d'Italia, attraverso L'Unità di Informazione Finanziaria, ha chiesto ufficialmente alle banche e intermediari finanziari di monitorare le operazioni ed i rapporti con i clan del rais e il governo di Tripoli ma l'ipotesi più probabile è che si arrivi al congelamento di fondi e risorse, dirette o indirette, appartenenti ai membri della famiglia Gheddafi.

In particolare Bankitalia ha richiamato "l'attenzione dei destinatari dell'obbligo di segnalare le operazioni sospette sull'attività dei soggetti sopra indicati, ai fini di un adempimento tempestivo di detto obbligo, in modo da consentire all'Uif l'eventuale esercizio del potere di sospensione" previsto dalle leggi italiane.

Sono in mano libica, tramite la Banca Centrale Libica, il 7,5% di Unicredit, il 7,5% della Juventus, il 2% di Finmeccanica e il 15% di Retelit a cui si aggiungono la Libyan Arab Foreign Investiment e il fondo Lybian Investiment Authority.

Secondo il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, i beni difficilmente saranno bloccati dal governo italiano.

L'ultima parola alla Consob. 

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