Tempo di lettura: 1min
5/16/2016 | Redazione Advisor
La fusione tra Bpm e Banco Popolare da cui nascerà il terzo gruppo bancario in Italia, focalizzato in diversi business ad alto valore aggiunto porta con sé 1.800 esuberi, di cui 500 già previsti dal piano di uscite dell’istituto veronese, e la chiusura di 250 filiali su 2.500 totali. Sul fronte delle fabbriche prodotto, invece, per il momento le assicurazioni e i gestori di patrimoni dei due gruppi bancari rimarranno separate.
La riorganizzazione per il risparmio gestito (Anima SGR e Aletti Gestielle), stando a indiscrezioni apparse sulla stampa, sarebbe rinviata al 2019, quando scadranno le partnership esistenti. Oltre a logiche di sinergia tra i due asset manager, infatti, c'è anche la nuova regolamentazione (MiFID II, che entrerà in vigore il 3 gennaio 2018) da tenere in considerazione nella decisione di una possibile aggregazione tra i due gestori, ha spiegato Giuseppe Castagna, attuale consigliere delegato di Bpm e futuro a.d. della nuova banca che nascerà.
"Anima attualmente è partner di Bpm e diventerà partner della nuova banca. Esamineremo assieme a loro quale sarà il miglior posizionamento da dare alla nuova entità di asset management" ha detto Castagna. Quanto agli esuberi, la Fabi ha precisato che non si tratterà di licenziamenti ma solo “uscite volontarie”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie