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Amundi: ESG ancora centrali e generatori di valore

12/11/2023 | Marcella Persola

Così evidenzia lo studio pubblicato da CREATE-Research e dalla società di gestione che ha indagato 158 piani pensionistici a livello globale


Nonostante la battuta d'arresto nel 2022, l'interesse per gli investimenti ESG da parte dei piani pensionistici resta sostenuto e si prevedono opportunità grazie all'evoluzione dei mercati dei capitali. Così evidenzia il nuovo rapporto pubblicato da CREATE-Research e da Amundi, che ha indagato 158 piani pensionistici a livello globale, che gestiscono un patrimonio di 1.910 miliardi di euro. 

 

Lo studio mostra come la sottoperformance che ha interessato il mondo ESG è da considerarsi una battuta d'arresto temporanea, non una tendenza irreversibile. Gli investimenti ESG rimangono centrali per la creazione di valore nel lungo periodo nell'era del riscaldamento globale e della disuguaglianza sociale.

 

Il 2022 è stato caratterizzato da un aumento dell'inflazione globale e dall'invasione russa dell'Ucraina che ha scosso i mercati dei capitali. Gli investimenti ESG hanno risentito della conseguente discesa dei mercati, e ciò ha ricordato agli investitori che non sono immuni dalle tendenze del mercato. Il 63% degli intervistati ha sperimentato le conseguenze di scommesse settoriali intempestive, poiché le azioni del settore dell’energia hanno preso il sopravvento sugli obiettivi di decarbonizzazione, e il 53% è preoccupato per l’atteggiamento politico avverso all’ESG negli Stati Uniti, il più grande mercato di fondi al mondo.  

 

 

Tuttavia, il consensus indica che, come strategia, l'ESG sarà caratterizzata da battute d'arresto periodiche dovute a una dinamica più ampia che ha poco a che fare con gli investimenti ESG in sé. La maggior parte degli intervistati (79%) ritiene che i fattori ESG non danneggeranno la performance nel lungo periodo.

 

Di conseguenza, l'interesse rimane alto e gli investimenti ESG continueranno ad essere ben radicati nel panorama previdenziale. Nei prossimi tre anni, il 53% degli intervistati prevede un aumento della quota di investimenti ESG nei propri portafogli a gestione attiva e il 49% in quelli a gestione passiva.  

 

Per Vincent Mortier group chief investment officer di Amundi, ha dichiarato: "Anche il più occasionale osservatore dei mercati saprà che il 2022 è stato un anno difficile, ma nonostante il colpo inferto alle strategie ESG, è incoraggiante vedere un tale ottimismo da parte degli investitori istituzionali. L'indagine di quest'anno rivela un quadro positivo e un forte interesse dei piani pensionistici per l'ESG, e non dovremmo sottovalutare il potere di questo gruppo nello spostare l'ago della bilancia quando si tratta di avere un impatto."

 

 

Sono diversi i fattori che spingono i piani pensionistici verso gli investimenti ESG, inclusa la mutevole natura del mercato dei capitali e l’azione politica per il clima. I mercati dei capitali si stanno evolvendo e gli utili non sono più l'unico obiettivo. Le aziende devono promuovere gli interessi degli azionisti, dei dipendenti, dei clienti e delle comunità. I mezzi principali utilizzati dai piani pensionistici per migliorare gli interessi degli stakeholder sono la stewardship e il proxy voting (68%), l'investimento in società best-in-class con punteggi ESG elevati o in via di miglioramento (56%), l'integrazione dei fattori ESG nel processo di investimento (52%), l'esclusione di società con rating ESG scadenti (41%) e l'impact investing (35%).

 

Naturalmente all'interno di ciascun pilastro sono emerse delle preferenze su alcuni temi. Nell'area ambientale i cambiamenti climatici e le emissioni di carbonio sono i più gettonati (63%), seguiti dalla biodiversità (48%), dalla scarsità d'acqua (42%) e dalla gestione dei rifiuti (36%). Nel pilastro sociale sono il coinvolgimento dei dipendenti e gli standard di lavoro (57%), i diritti umani (42%) e la protezione dei dati e della privacy (32%). Nel pilastro della governance sono i compensi degli executive legati ai risultati ESG (61%), la diversity nel consiglio di amministrazione (57%), una struttura indipendente del comitato di audit (46%) e la tolleranza zero nei confronti di corruzione e concussione (40%).

 

 

 

 

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