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Energie rinnovabili: uno strumento di copertura dalle oscillazione dei prezzi

4/18/2023 | Redazione Advisor

Con un track record di oltre 14 anni negli investimenti in impianti fotovoltaici, sei fondi dedicati e 700 milioni di euro di asset under management, Finint Investments è tra i principali asset manager italiani nel settore delle energie rinnovabili


I recenti stravolgimenti degli equilibri geopolitici hanno reso estremamente importante il tema dell’energia e la necessità di trovare fonti alternative, come la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Queste nuove fonti non solo permetteranno di beneficiare dei prezzi elevati dell’ultimo anno, ma sono anche uno strumento di copertura dai rischi connessi all’oscillazione dei costi dell’energia, i quali impatti hanno pesato non poco sui bilanci degli operatori economici.

 

A sostenerlo è Emanuele Prataviera (nella foto) executive director e responsabile degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili di Finint Investments che racconta le nuove opportunità offerte agli investitori.

 

Come si sono evoluti gli investimenti in impianti fotovoltaici nel tempo?
Undici anni fa, grazie alla promessa dello Stato di una tariffa incentivante ventennale ad integrazione del prezzo di mercato dell’energia elettrica, nel 2011 l’Italia aveva conquistato un record mondiale: era al primo posto per nuova potenza fotovoltaica installata, oltre 9mila MWp. Venti volte più della Spagna, sei volte più della Francia, tre volte e mezzo la Cina.

Intuita l’opportunità determinata dai costi in discesa dei pannelli, furono molti gli investitori che non esitarono a sviluppare impianti, anche a terra, portando l’Italia ai primi posti in termini di capacità installata.

Rapidamente l’evoluzione tecnologica determinò una riduzione dei costi, che si aggiravano intorno ai 5 milioni di euro per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra della potenza di 1 MW, mentre la tariffa rimase fissa, a differenza del mercato tedesco dove un algoritmo rimodulava l’incentivo in base al numero di richieste.

Il Governo però, visto il grande numero di richieste, decise di rivedere il meccanismo, limitando prima l’accesso alle tariffe, fino ad arrivare alla sostanziale eliminazione degli incentivi per i grandi impianti a terra nel 2013. In breve tempo, quindi, il nostro Paese accumulò un forte ritardo rispetto agli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030.

Negli anni, i costi per la realizzazione di un impianto fotovoltaico hanno continuato ad abbassarsi: oggi, infatti, non sono più necessarie le tariffe incentivanti per sostenere l’investimento nel solare. I ricavi generati dalla sola vendita dell’energia prodotta sono in grado di remunerare adeguatamente l’investimento, anche prima dell’impennata del prezzo dell’energia dell’ultimo anno, che è passato dai 60 euro a megawattora prodotto del marzo 2021 agli oltre 500 euro registrati nel mese di agosto 2022.

 

Di recente, Finint Investments ha costituito un fondo dedicato ad investimenti nel settore fotovoltaico in market parity, ovvero impianti da fonti rinnovabili svincolate da forme di incentivazione pubblica. A chi è destinato?
Nel 2022 è stato avviato un prodotto di investimento innovativo e flessibile, denominato “CSFS - Fund I”, dove come partner tecnico e investitore delle quote “junior” è stato scelto il gruppo Canadian Solar Inc, uno dei principali operatori del settore fotovoltaico verticalmente integrato a livello mondiale e quotato al Nasdaq.

Tra Lazio, Sicilia e Sardegna il fondo sta procedendo alla costruzione di 7 impianti in “market parity”, per una potenza complessiva di 125 MWp.

Agli investitori istituzionali che vogliano investire in un settore strategico per il Paese, come quello della transizione energetica verso fonti sostenibili, in linea con i principi ESG ed un profilo di rischio contenuto, sono state destinate invece le quote "senior" che danno diritto ad una distribuzione preferenziale dei proventi.

 

Quali soggetti hanno dimostrato interesse per i vostri prodotti dedicati al settore delle energie rinnovabili?

Generalmente sono investitori istituzionali come compagnie di assicurazione, fondi pensione e family office che valutano di diversificare i propri investimenti in questa asset class. Nell’ultimo anno abbiamo riscontrato molto interesse anche da parte di operatori economici che hanno preso consapevolezza del fatto che il prezzo dell’energia può essere un serio problema, in grado di compromettere la redditività di qualsivoglia attività economica e produttiva.

Sono tutti concordi nell’affermare che i costi dell’energia registrati nell’ultimo anno sono difficilmente sostenibili, portando molte imprese a perdere competitività. Le più esposte, da questo punto di vista, sono proprio quelle aziende che necessitano di un utilizzo massivo di gas ed elettricità per la produzione: le aziende metallurgiche, del vetro, della ceramica e del cemento, del legno e della carta.

 

Come si sono comportate le aziende durante questo periodo?

Durante i momenti di picco del prezzo dell’energia, molte aziende sono corse ai ripari limitando la produzione, consapevoli del fatto che avrebbero prodotto in perdita, rallentando i reparti più esposti al consumo energetico, e chiedendo ai dipendenti di lavorare nel weekend, quando i costi energetici sono inferiori. Alcune aziende non hanno potuto effettuare queste manovre e sono quindi state costrette a chiudere temporaneamente intere linee e ricorrere alla cassa integrazione.

Questo scenario ha portato le aziende ad interrogarsi sulle modalità di copertura dalle oscillazioni del prezzo dell’energia. Una possibile risposta è la sottoscrizione di un Power Purchase Agreement (PPA) dove, attraverso un contratto di acquisto dell’energia, tra un soggetto produttore, che possiede l’impianto, e un soggetto acquirente (consumatore), viene prefissato il prezzo di acquisto dell’energia elettrica per un orizzonte temporale medio – lungo.

 

Qual è la proposta di Finint Investments?

Come Finint Investments, stiamo proponendo una copertura indiretta, attraverso l’investimento in un prodotto finanziario: diamo la possibilità a soggetti c.d. “energivori” di investire in un fondo dedicato agli impianti di energia elettrica da fonti rinnovabili, che vende tale energia a condizioni di mercato, con l’obiettivo di distribuire i proventi maturati con cadenza semestrale.

Qualora il prezzo dell’energia dovesse salire, i maggiori costi di approvvigionamento a servizio dei cicli produttivi aziendali saranno compensati dai maggiori ricavi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta dagli impianti di proprietà del fondo di investimento.

 

Finint Investments che esperienza ha maturato in questo tipo di asset class?

Finint Investments è sempre stata attiva in questo specifico segmento di mercato: lo è da oltre 14 anni, ha un team di professionisti dedicato alla strutturazione e gestione diretta degli investimenti, effettuati sia acquisendo impianti operativi nel mercato secondario, sia sviluppando nuova capacità rinnovabile partendo da progetti greenfield. Questa nostra offerta risponde alla domanda degli investitori istituzionali, che vogliono approcciare il settore attraverso uno strumento vigilato e gestito in modo istituzionale.

Attualmente abbiamo in gestione, attraverso sei fondi di investimento, oltre 250 MWp di impianti di generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile e impianti destinati all’efficientamento energetico. Tra gli investimenti rientrano parchi fotovoltaici (sia a terra, sia su coperture), impianti idroelettrici, impianti di cogenerazione a gas/biomassa e impianti di illuminazione pubblica, per un valore pari a circa 700 milioni di euro di asset under management.

 

Quali sono le caratteristiche di questa asset class?

Per investitori interessati a flussi stabili nel tempo, con un orizzonte di investimento a medio / lungo termine ed un basso profilo di rischio, questa asset class si è dimostrata estremamente attrattiva.

Questi investimenti perseguono obiettivi di sostenibilità e rispettano criteri ESG (Environmental, Social and Governance) e mirano a contribuire alla transizione energetica creando anche valore aggiunto di lungo periodo di carattere economico. Dal 2021, inoltre, Finint Investments è diventata firmataria del PRI (Principles For Responsable Investments), ovvero la più grande organizzazione a livello mondiale - voluta dalle Nazioni Unite - per promuovere investimenti sostenibili all’interno del mondo finanziario.

 

Quali le sono le maggiori opportunità di questa asset class?

I dati ufficiali raccontano che l’aumento del costo dell’energia spiega direttamente o indirettamente circa il 60% dell’inflazione registrata nell’area dell’euro nel 2022.

Un prodotto che lega il proprio il rendimento all’andamento del prezzo dell’energia elettrica permette all’investitore di proteggersi dall’aumento dell’inflazione.

Le aspettative per i prossimi anni vedono una crescita della domanda di energia elettrica, connessa alla forte diffusione che sta avendo la mobilità elettrica e ad una sempre maggiore elettrificazione che riguarda non solo il mondo dei trasporti, ma molti altri settori. Motivo per il quale crediamo che proprio questi prodotti siano un investimento premiante sotto molti punti di vista.

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