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Il passaggio dalla promozione alla consulenza non è completo

6/10/2016 | Davide Mosca

Si è svolto a Roma il Convegno dell'Associazione delle Società di consulenza finanziaria (Ascosim) dal titolo "Consulenza, pianificazione e educazione finanziaria", in cui un pool di esperti riuniti dal presidente Massimo Scolari ha discusso delle principali sfide del settore.


Si è svolto a Roma il convegno dell'Associazione delle Società di consulenza finanziaria (Ascosim) dal titolo "Consulenza, pianificazione e educazione finanziaria", in cui un pool di esperti riuniti dal presidente Massimo Scolari ha discusso delle principali sfide del settore. Sfide caratterizzate da un significativo grado di complessità su molteplici fronti: quello dei prodotti, della tecnologia, delle normative e soprattutto della risposta alle evoluzioni delle esigenze del cliente.

 

 

Un punto sui principali trend è stato presentato nell'occasione da Noel Maye, ceo della società di certificazione internazionale di qualità della consulenza Financial Planning Standard Board, che ha già formato oltre 160.000 professionisti e che sta preparando il suo ingresso anche in Italia. Maye ha indicato quattro tendenze fondamentali: i crescenti bisogni finanziari e pensionistici legati all'invecchiamento della popolazione e all'inefficacia dei vecchi modelli di welfare, la complessità, dettata anche dalle innovazioni tecnologiche, del panorama finanziario che richiede un alto grado di competenza per generare valore, i cambi normativi e, infine, il passaggio dalla promozione alla consulenza. Un cambiamento pienamente attuabile solo mettendo al centro il raggiungimento degli obiettivi di vita del cliente e facendo rientrare nell'analisi tutti gli aspetti direttamente e indirettamente legati all'attività finanziaria del risparmiatore. 

 

 

I trend delineano, dunque, un crescente bisogno di consulenza e enormi opportunità, particolarmente consistenti, per quanto riguarda il nostro paese, dove, come ha sottolineato il presidente di Ascosim Massimo Scolari rifacendosi a dati Consob relativi alla fine del 2015, solo il 18% dei risparmiatori si affida a servizi a valore aggiunto contro circa il 40% che non accede ad alcuna forma di supporto, spesso per una scarsa consapevolezza della complessità delle proprie esigenze finanziarie. Anche su questo punto, è stato rilevato, è necessario intervenire pensando ad un approccio più vicino al sentire e alle esigenze reali del risparmiatore. Un approccio che sia allo stesso tempo di elevata professionalità da un punto di vista strettamente finanziario. È questa, in fondo, la sfida sottesa al passaggio da promotore a consulente.

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