I rischi legati alla nuova presidenza USA e alle elezioni europee del 2017 comportano un ripensamento dei processi di investimento e delle fonti di diversificazione, sostiene Koen Van de Maele, deputy chief investment officer di Candriam.

 

Le correlazioni negative tra azioni e obbligazioni hanno sostenuto la costruzione dei portafogli per anni. In tempi di avversione al rischio, le obbligazioni sono aumentate di valore e quando la propensione al rischio degli investitori è migliorata le azioni hanno sovraperformato. Oggi tale strategia è tuttavia sempre meno efficiente, e all’inizio del 2015 per la prima volta dal 2000 le correlazioni tra azioni e obbligazioni europee sono diventate positive.

 

Per reagire a questo cambiamento il primo passo consiste nello sfruttare nuove fonti di diversificazione. Le strategie relative value rappresentano una buona scommessa in quanto indipendenti dalla correlazione azioni/obbligazioni. Per esempio, molti cambi valutari hanno correlazioni negative con altre asset class e alcune valute rifugio, come yen o franco svizzero, acquistano valore in fase di turbolenza di mercato. Il carry deve essere inoltre positivo. Un’operazione relative value corta sul dollaro australiano e lunga sul franco svizzero, per esempio, pagherà un premio. Tali strategie di diversificazione possono stabilizzare il portafoglio, contribuendo ai rendimenti e migliorando il profilo di rischio.