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PIR, non si ferma l’emorragia di deflussi

1/24/2024 | Redazione Advisor

Andrea Randone (Intermonte): “Al momento prevediamo perdite pari a 2,5 miliardi di euro, ma è probabile che i dati si dimostrino ancora peggiori”


“Le nostre stime per i PIR ordinari rischiano, ancora una volta, di essere troppo ottimistiche”. Lo premette Andrea Randone, head of Mid Small Cap research di Intermonte, nella sua previsione sull’andamento dei PIR.

“I dati di Assogestioni relativi ai primi nove mesi del 2023 - rileva il manager - mostrano 2.156 milioni di euro di deflussi e i dati preliminari di mercato relativi ad ottobre e novembre confermano questo trend negativo. Al momento prevediamo deflussi pari a 2,5 miliardi di euro, ma è probabile che i dati si dimostrino ancora peggiori”.

L’analista spiega che “se si guarda alle ragioni dei riscatti dai fondi PIR, si può certamente ipotizzare che molti investitori, per via delle performance positive alla scadenza dei 5 anni (periodo di investimento minimo necessario per godere dei benefici fiscali sulle plusvalenze), abbiano deciso di incassare per poter indirizzare i propri risparmi verso altri fondi e mercati. Una nota positiva è rappresentata dalla recente approvazione da parte del governo italiano di un nuovo emendamento che consente agli investitori di detenere più di un piano di risparmio personale (PIR). Il piano non comporterà alcun costo aggiuntivo per il governo, poiché il tetto di investimento di 40.000 euro all'anno per persona (o 200.000 euro in 5 anni) rimane invariato. Accogliamo con grande favore questa iniziativa, che ci auguriamo possa rilanciare gli afflussi verso i fondi PIR, in quanto il vantaggio di diversificare su più prodotti PIR potrebbe aumentare gli investimenti dei singoli. Nel lungo termine, ci aspettiamo che l'interesse per questo prodotto rimanga piuttosto elevato grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista del distributore, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell'investitore”.

Le principali ipotesi alla base delle stime di Intermonte sulle nostre attuali stime sono le seguenti: “Per il 2023, ipotizziamo una raccolta lorda di nuovi sottoscrittori di PIR pari a 50 milioni di euro; Per quanti sottoscrivono Pir in modo continuativo, prevediamo che la raccolta complessiva nel secondo anno sarà pari a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello); nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) prevediamo una raccolta stabile, pari in media al 50% degli investimenti effettuati nel secondo anno”.

“Infine - conclude Rondone - calcoliamo che l'ammontare del capitale che verrà ritirato dagli investitori che decideranno di uscire dal fondo sarà pari al ~18% degli Assets under Management nel 2023”.

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