L’invecchiamento della popolazione ha importanti e duraturi effetti economici e sociali come ben sanno consulenti finanziari e private banker che si relazionano con questo trend sia per i servizi offerti ai propri clienti sia per gli investimenti loro segnalati.

 

Secondo il recente rapporto “Declino della popolazione e squilibrio del mercato del lavoro in Italia” realizzato dalla società di analisi Prometeia, l’Italia avrà bisogno entro il 2030 ogni anno di 500.000 nuovi lavoratori per bilanciare l’andata in pensione della generazione dei baby boomer.

 

Le generazioni più giovani, meno numerose, possono fornire ogni anno al massimo 400.000 individui, secondo le statistiche nazionali. E non sembra possibile neanche il coinvolgimento dei circa due milioni di connazionali che risultano oggi disoccupati, poiché non adatti alle posizioni vacanti.

 

La popolazione italiana ha toccato il suo picco nel 2014 arriando a 60.345.917 individui e poi è scesa di circa 1,5 milioni di persone. La popolazione in età lavorativa (tra i 15 e i 64 anni) si è ridotta di 1,8 milioni di unità dal 2012, nonostante il contributo positivo dell’immigrazione.

 

Insomma il tema del ricambio generazionale nel mondo del lavoro non è un tema che colpisce soltanto le strutture di consulenza italiana.