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Rendicontazione, Consob conferma i nuovi obblighi

5/11/2020

La Commissione non fa sconti e con una nuova raccomandazione impone tempi più rapidi per la consegna dei documenti ai clienti, bocciando le principali richieste delle associazioni.


La Consob non fa sconti e pubblica l’esito della consultazione sul tema MiFID II avviata lo scorso 21 febbraio 2020 bocciando le principali richieste delle associazioni di categoria. 

 

In particolare la Commissione ha reso noto l’esito della consultazione sul tema rendicontazione ex-post dei costi e degli oneri connessi alla prestazione di servizi di investimento e accessori (articolo MiFID II, stretta di Consob sulla rendicontazione).

 

Al centro del documento era finita soprattutto la scarsa trasparenza di alcuni rendiconti inviati ai clienti e la “lentezza” con cui nel 2019 tali documenti erano stati inviati ai clienti. Per questo la Commissione guidata da Paolo Savona aveva esplicitamente previsto nella raccomandazione posta in consultazione: la necessita di scegliere solo tra due modalità di esposizione della rendicontazione (stand alone o sezione ad hoc ed evidente all’interno di un documento più ampio); invio entro e non oltre il mese d’aprile. 

 

Proprio questi due aspetti avevano suscitato una serie di preplessità tra le associazioni che ritenevano: da un lato, poco corretta l’esposizione dei costi in forma aggregata come suggerito dalla Consob perché non permettevano di mostrare i reali costi della consulenza, ad esempio, o il reale impatto del singolo consulente finanziario rispetto agli altri attori del mercato; dall’altro difficile rispettare la regola di un invio tempestivo entro il mese di aprile di ogni anno perché troppo oneroso per il mondo delle SGR, e non solo. 

 

La risposta della Consob non ha soddisfatto probabilmente le associazioni dal momento che entrambi questi due aspetti sono stati ignorati. Nel primo caso la motivazione che ha portato la Commissione a non accogliere la richiesta di diversi interlocutori ritenendo che “ll criterio guida da adottare per l’elaborazione della tabella rappresentativa dei dati aggregati è ricavabile dalla Q&A n. 13 della sezione 9 “Information on Cost and Charges”, in cui è richiesto alle imprese d’investimento di aggregare tutti i costi e gli oneri in relazione ai diversi servizi di investimento prestati e tutti i costi e gli oneri associati a diversi strumenti finanziari trattati” si legge nella relazione illustrativa della Consob. 

 

Pertanto, alla luce di tale precisa scelta interpretativa, “le voci di costi e oneri riportate nella tabella non dovrebbero essere aumentate o articolate in ulteriori sotto voci in quanto ciò potrebbe rendere meno immediata la finalità riassuntiva e sintetica dello schema e conseguentemente più difficile al cliente la lettura e comprensione del documento”. In pratica “agli intermediari/consulenti è fornita la possibilità di dettagliare il contenuto di ogni singola voce aggregata di costo nell’ambito dell’eventuale rendicontazione analitica richiesta dal cliente”. Insomma fondamentale, per la Commissione, è avere un documento il più uniforme possibile tra i vari attori.

 

Rigida anche la risposta sul tema della tempestività. Il timore di doversi sobbarcare costi eccessivi per rispettare le nuove regole non sembra tale da fermare la Consob che liquida la richiesta sottolineando che “Come indicato anche nel documento di consultazione, i costi sostenuti dagli operatori ai fini dell’adeguamento alla Raccomandazione formeranno oggetto di monitoraggio ai fini dell’eventuale revisione dell’iniziativa”.

 

Unica deroga riguarda quest’anno: “Le rendicontazioni relative all'anno 2019, ove non ancora inviate, avuto riguardo all'emergenza sanitaria in corso, dovrebbero essere trasmesse ai clienti quanto prima, nel rispetto del principio generale secondo cui le informazioni indirizzate alla clientela «devono essere corrette, chiare e non fuorvianti» e nell'osservanza della normativa vigente” scrive la Consob nella Raccomandazione pubblicata sul sito..

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