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M&G si fida degli Stati Uniti

9/24/2014

A cinque anni dall’inizio della ripresa negli Usa, il mercato del lavoro sta tornando rapidamente a uno stato di salute florido. Tutti gli indicatori del mercato del lavoro mostrano segnali di miglioramento, salvo i salari. L'analisi di Ana Gil, investment specialist in M&G


A cinque anni dall’inizio della ripresa negli Stati Uniti, il mercato del lavoro sta tornando rapidamente a uno stato di salute florido. Tutti gli indicatori del mercato del lavoro mostrano segnali di miglioramento, salvo quello che conta di più per i lavoratori: i salari. Ana Gil, investment specialist di M&G, spiega la situazione. 

 

L’inflazione dei salari è stata, in effetti, il tassello mancante del puzzle della ripresa, un’assenza che appare in qualche modo contraddittoria nel contesto di un’economia in rapida accelerazione. Man mano che negli Stati Uniti la ripresa avanza e le aziende recuperano vigore, il mercato del lavoro potrebbe vedere presto un’accelerazione dei salari. La storia economica è sempre stata una fonte preziosa di indicazioni sulla performance futura dell’economia, con in più il vantaggio del senno di poi. Esaminando 30 anni di dati sul mercato del lavoro USA, si nota una correlazione interessante fra la disoccupazione complessiva e i salari, misurata dalle retribuzioni orarie di tutti i dipendenti delle imprese private dei settori non agricoli. I salari mostrano un’accelerazione su base storica ogni volta che il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ha toccato il livello del 6% o ci si è avvicinato. La storia magari non si ripete in modo esatto, ma può essere indicativa.

 

Con la disoccupazione scesa ormai al 6,1% e i salari nominali che puntano verso l’alto, è possibile che l’economia USA si stia avvicinando alla piena occupazione più rapidamente di quanto la Fed avesse immaginato.

 

Un ulteriore segnale della pressione salariale che sta emergendo è rilevabile nell’indice dei piani di retribuzione della Federazione nazionale delle imprese indipendenti (National Federation of Independent Business, NFIB), meglio noto come dato che anticipa gli aumenti salariali nelle piccole imprese in un orizzonte di dodici mesi. Questo indice sembra particolarmente rilevante dato che le PMI (ossia le imprese con meno di 500 dipendenti) sono la vera struttura portante dell’economia americana, cui è riconducibile la creazione netta di due nuovi posti di lavoro su tre. Il grafico sotto mostra che l’indice NFIB ha acquisito maggiore trazione nell’ultimo anno ed è ora a livelli visti l’ultima volta prima della recessione.

 

Con la progressiva contrazione del mercato del lavoro, non sorprenderà vedere un rafforzamento della corsa dei salari. Quasi tutti i parametri delle retribuzioni (tra cui i seguitissimi indice del costo del lavoro e costi del lavoro per unità di prodotto) mostrano già oggi una chiara tendenza al rialzo, destinata probabilmente a continuare, salvo rallentamenti della crescita economica o improvvisi guadagni di produttività. Nel 1994, quando la Fed aveva appena avviato una serie di rialzi aggressivi dei tassi, la crescita dei salari negli Stati Uniti era di appena il 2,4% anno su anno. Oggi è pari al 2,5%. Eppure i portavoce della Fed hanno sostenuto che restano sacche di debolezza nel mercato del lavoro, quindi è necessario mantenere pazientemente la posizione attuale; ma la prospettiva di salari in aumento, in un’economia che si avvicina rapidamente alla piena occupazione, può essere il fattore scatenante di un cambio di atteggiamento della Fed.

 

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