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La FED lascia i tassi fermi. Le previsioni dei gestori sulle mosse future

3/21/2024 | Daniele Riosa

Se nei prossimi mesi l'inflazione dovesse raffreddarsi e se dovessero emergere ulteriori indicatori che l'attività economica sta perdendo slancio, si confermerebbe la probabilità di un taglio a giugno


Come ampiamente previsto dagli analisti alla vigilia, la Federal Reserve lascia i tassi di interesse invariati. Vediamo come i gestori commentano la decisione presa dall’istituto guidato da Jerome Powell.

James McCann, vicecapo economista di abrdn, spiega che “la Fed non è ancora in preda al panico dopo la ripresa dell'inflazione all'inizio di quest'anno. Infatti, i membri del FOMC continuano a segnalare tre tagli nel 2024, invariati rispetto alle loro previsioni di fine 2023, il che implica che la più rapida crescita dei prezzi registrata negli ultimi mesi si rivelerà in gran parte un ostacolo nell'ultimo miglio della sua lotta all'inflazione.Tuttavia, la dichiarazione alla stampa è stata chiara: la banca centrale ha bisogno di una maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si stia dirigendo in modo sostenibile verso l'obiettivo del 2% e il presidente Powell probabilmente avvertirà nella sua conferenza stampa che questo significa dati sull'inflazione più deboli nei prossimi mesi per giustificare i tagli”.

“I mercati - prosegue McCann - tireranno probabilmente un sospiro di sollievo nel constatare che le recenti sorprese al rialzo dell'inflazione non hanno innescato un atteggiamento più falco da parte della Fed, con la banca centrale che si sente chiaramente a suo agio nell’attendere l'evoluzione dei dati sull'inflazione, soprattutto in presenza di alcuni primi timidi segnali di rallentamento della crescita. Se nei prossimi mesi l'inflazione dovesse raffreddarsi un po' e se dovessero emergere ulteriori indicatori che l'attività economica sta perdendo slancio in un contesto di politiche restrittive, si confermerebbe la probabilità di un taglio a giugno”.

Álvaro Sanmartín, chief economist di  Amchor IS, sottoliena che “la Fed ha lasciato i tassi invariati e mantiene la prospettiva di tre tagli dei tassi quest'anno. Powell non ha fatto nulla per evitare l'impressione che i tagli dei tassi possano iniziare a giugno. Le previsioni di crescita per il 2024 sono state riviste al rialzo (al 2,1%) e, in misura molto più contenuta, quelle dell'inflazione di fondo. La notevole resistenza mostrata dall'attività economica ha indotto la Fed a ridurre i tagli dei tassi di interesse previsti per il 2025 e il 2026 (un taglio in meno ogni anno) e a rivedere leggermente al rialzo le stime del tasso neutro (al 2,6%). La Fed inoltre prevede di iniziare a ridurre il ritmo del QT in tempi relativamente brevi. Powell ha affermato che gli elevati dati sull'inflazione di gennaio e febbraio potrebbero essere stati influenzati da mancati aggiustamenti stagionali. Secondo Powell, si tratta di dati che meritano attenzione ma che non cambiano le prospettive di disinflazione della Fed. Powell ha osservato inoltre che, sebbene siano necessari ulteriori progressi, è positivo che emergano segnali di moderazione salariale”.

Martina Daga, Macro Economist di AcomeA SGR, prevede che “se lo scenario macroeconomico dovesse evolvere come da attese, il FOMC si aspetterebbe 75 bp di tagli ai tassi di riferimento nel 2024, in linea con le stime di dicembre. Per i prossimi anni invece ci si attende un livello dei tassi marginalmente più alto, il punto mediano per il 2025 è passato da 3.6% a 3.9%, per il 2026 dal 2.9% al 3.1% ed il punto mediano per il tasso sui Fed funds a lungo termine è salito di 10 pb dal 2.5% al 2.6%, forse riflettendo l’impatto di fattori legati all'offerta, come la crescita della produttività e l'immigrazione. Penso sia rilevante che, nonostante i dati di inflazione degli ultimi due mesi abbiano stupito al rialzo e segnalato una riaccelerazione nel ritmo di crescita, ci sia stata solo una marginale revisione al rialzo di inflazione e del livello dei tassi per il medio-lungo termine. Powell ha infatti chiarito che gli ultimi dati di inflazione non cambiano il quadro generale in termini di disinflazione”.

Whitney Watson, Co-Head and Co-CIO of Fixed Income and Liquidity Solutions di Goldman Sachs Asset Management, rileva che "nonostante le prospettive di una crescita più solida, di un calo della disoccupazione e di un leggero aumento dell'inflazione PCE core, i policymaker prevedono ancora tre tagli dei tassi quest'anno. Continuiamo a ritenere che i progressi dell'inflazione nell'ultimo anno e i segnali disinflazionistici, come il riequilibrio dei mercati del lavoro, dei beni e delle locazioni, porteranno la Fed a iniziare il suo ciclo di riduzione dei tassi quest'estate. Il leggero aumento del tasso di policy a lungo termine previsto è allo stesso tempo trascurabile e degno di nota. È trascurabile perché le aspettative del mercato sono già molto più elevate, mentre è degno di nota perché rafforza la recente percezione del mercato secondo cui il ciclo di riduzione dei tassi potrebbe essere meno profondo di quanto inizialmente stimato. Nel complesso, nonostante i recenti intoppi sul fronte dell'inflazione, le principali banche centrali continuano a perseguire la strada dei tagli dei tassi nei prossimi mesi e le obbligazioni a reddito fisso di alta qualità ne trarranno vantaggio".

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, mette in luce che “le proiezioni economiche della Fed vedono ancora tre tagli da 25 punti base l’uno per il 2024, ma stimano un livello di tassi leggermente più elevato per la fine del 2025, rispetto alle previsioni di dicembre. Il presidente Powell ha ribadito l’intenzione di abbassare i tassi entro la fine dell’anno, ma le tempistiche dei tagli dipenderanno necessariamente dalla capacità di riportare l'inflazione entro il livello target e di mantenere la stabilità dei prezzi. È un equilibrio delicato: un cambio di rotta prematuro potrebbe portare a nuove fiammate inflattive, mentre un ritardo dei policymaker potrebbe innescare una recessione”.

Tiffany Wilding, Managing Director e Economista di PIMCO, si con concentra sul futuro: “Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha confermato che ‘abbastanza presto’ la Fed "’farà tapering ed estenderà’ il suo bilancio, cosa che prevediamo avverrà con la graduale riduzione dei massimali di deflusso dei Treasury. Prevediamo ora che la Fed possa fare questo annuncio già nella riunione del FOMC di maggio, anticipando la nostra precedente previsione di un annuncio a giugno. Powell ha inoltre segnalato un'elevata soglia di rialzo dei tassi, minimizzando sull'inflazione, definendo la recente riaccelerazione inflazionistica come degli ‘scossoni’, e sottolineando la tenuta del mercato del lavoro”.

Secondo Ipek Ozkardeskaya, analista senior di Swissquote, “la decisione della Fed di ieri è stata un vero sollievo per il mercato, dove regnava il timore di vedere la Fed diventare aggressiva. La probabilità di un taglio dei tassi a giugno è salita oltre il 75% dopo la riunione, rispetto al 60% circa di lunedì. Il rendimento dei titoli USA a 2 anni è sceso sotto il 4,60% dopo essersi avvicinato al 4,80% all'inizio di questa settimana. Il rendimento del decennale è sceso sotto il 4,30%, il Dollar Index ha restituito i guadagni della scorsa settimana ed è tornato nel canale discendente da febbraio a marzo. Le azioni sono ovviamente salite, l'S&P500 ha superato la soglia dei 5200 e ha chiuso su un nuovo massimo storico, mentre anche il Nasdaq è balzato di oltre l'1% a seguito della sorpresa accomodante della Fed”.

Per Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments, “il FOMC si è mostrato più tollerante nei confronti dell'inflazione, aumentando le sue previsioni per l'anno in corso di 0,2 punti percentuali e portandole al 2,6%, ma ha respinto le preoccupazioni relative ai dati recenti. Il tasso di policy previsto per l'anno 2025 è stato aumentato di 25 punti base, ma il punto 2024 prevede ancora tagli di 75 punti base quest'anno, nonostante una disinflazione più lenta. Anche l'aspettativa mediana per il tasso a lungo termine è aumentata di 10 punti base, in linea con una crescita tendenziale migliore e un debito più elevato. Powell ha lasciato intendere che la Fed rallenterà presto il ritmo del Quantitative Tightening, ma questo non implica un valore di equilibrio più elevato per lo stock di asset detenuti, ha aggiunto. Manteniamo la nostra visione di tre tagli dei tassi quest'anno, a partire da giugno. I mercati hanno accolto con favore l'invarianza del punto 2024 e il tono complessivamente dovish della riunione, con l'S&P che ha chiuso a un nuovo massimo e il tasso a 2 anni che ha perso 10 punti base”

 

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