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Ecco perché è improbabile un rialzo dei tassi nel 2015

12/2/2014

Lo spiega nel suo intervento incluso nel Markets Outlook Report 2015 di BNY Mellon IM, James Laydotes, gestore di The Boston Company AM. Più probabile un rialzo da parte della Bank of England


La possibilità di un rialzo dei tassi di interesse e l’evoluzione delle politiche monetarie son due temi chiave per gli investimenti da tenere sott’occhio nel 2015. Le aspettative di consensus ritengono che la Federal Reserve si accinga a innalzare i tassi negli Stati Uniti. James Lydotes, gestore di The Boston Company Asset Management, società del gruppo BNY Mellon specializzata in investimenti azionari statunitensi, non è dello stesso avviso.  “I tassi di interesse negli Stati Uniti - spiega nel suo intervento incluso nel Markets Outlook Report 2015 di BNY Mellon Investment Management, che raccoglie 14 outlook tematici elaborati dai gestori delle società di investimento del gruppo - resteranno bassi ancora a lungo, forse sino anche al 2020. Non ci sono ancora segnali di un aumento dell’inflazione di base e dei salari, un fattore che spingerebbe la Federal Reserve ad aumentare i tassi. Osserviamo attentamente gli sviluppi in questo senso, e monitoriamo qualsiasi segnale di un’inversione di tendenza nelle dichiarazioni della Banca Centrale Europea. Nel frattempo, le asset class orientate al reddito, quali ad esempio i titoli azionari Usa di alta qualità, le risorse naturali globali e le infrastrutture, potrebbero offrire buone opportunità d’investimento”.
 
 
Guardando invece ai mercati europei, è più facile che si avverino le previsioni dei mercati circa le tempistiche di rialzo dei tassi da parte della Bank of England. Paul Stephany, gestore di Newton Investment Management (gruppo BNY Mellon), commenta: “È comprensibile che gli investitori non credano in un rialzo dei tassi d’interesse in Gran Bretagna – dopo tutto, il tasso di base è rimasto allo 0,5% sin dal marzo 2009. Alla fine, inevitabilmente, l’aumento ci sarà, ma non ci aspettiamo un picco significativo, soprattutto perché la BoE parte da livelli così bassi”. Stephany aggiunge: “Se la Bank of England dovesse aumentare i tassi di interesse, la decisione sarebbe evidente con largo anticipo: rifletterebbe un’economia più solida e rappresenterebbe una risposta a valori di inflazione più elevati, guidati dalla crescita dei salari. Questo a sua volta permetterebbe di proteggere in qualche misura le tasche dei consumatori dagli effetti delle politiche monetarie più stringenti”.
 
 
April LaRusse, senior product specialist per il reddito fisso di Insight Investment (Gruppo BNY Mellon), concorda sul fatto che “dinanzi a un’inflazione a livelli assiduamente buoni, è difficile che assisteremo a un inasprimento significativo delle politiche monetarie. Molte società nel Regno Unito, negli Stati Uniti e, in misura minore, in Europa, stanno generando flussi di cassa robusti, quindi sono in grado di ricorrere alla leva finanziaria e anche di ridurre il livello di indebitamento. Generalmente i tassi di interesse salgono quando la crescita economica è così solida che le aziende sono in grado di tollerare i primi movimenti al rialzo. Ci aspettiamo che qualsiasi aumento nel 2015 sia pertanto contenuto, e tale da non causare difficoltà al mondo delle imprese”. Per questo, LaRusse ritiene che anche i tassi di default resteranno a livelli bassi per diverso tempo. L’esperta aggiunge poi: “La flessibilità e l’adattabilità saranno le chiavi per i gestori del reddito fisso in un 2015 altamente mutevole, condizionato dagli umori degli investitori e dalle reazioni, o dalla mancanza di reazioni, ai movimenti dei tassi d’interesse”.
 
 
Nonostante le politiche monetarie accomodanti presentino alcuni ovvi vantaggi per i mercati, Iain Stewart, responsabile della strategia Real Return di Newton (Gruppo BNY Mellon), conferma la cautela del team di investimento circa le prospettive di crescita economica: “Anche se le politiche monetarie messe in atto per sostenere la crescita sono state animate da buone intenzioni, crediamo che abbiano reso le nostre economie più fragili e vulnerabili agli shock”.
 
 
Secondo Stewart, “Gli investitori sono fiduciosi sul fatto che le politiche monetarie stiano funzionando e al tempo stesso ritengono che le autorità monetarie continueranno ad agire come contrafforti contro qualsiasi rischio affrontato dagli operatori di mercato. Questo significa che gli investitori dovrebbero aspettarsi un aumento della volatilità”. Il gestore aggiunge anche che: “Le opportunità di investimento non mancheranno, ma sarà necessario selezionarle con maggior attenzione”. Stewart ritiene che il settore della sanità e della tecnologia possano offrire un potenziale di investimento attraente, ma mantiene un outlook cauto sui business associati con lo sviluppo delle infrastrutture cinesi.
 

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