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La Svizzera taglia i tassi, ecco cosa succede

1/15/2015

Tre gestori analizzano la situazione dopo la decisione della Banca Nazionale Svizzera


Questa mattina abbiamo visto una elevata volatilità sui listini azionari europei: i mercati sono alle prese con la notizia che la Banca Nazionale Svizzera ha abbandonato il floor sul franco e ha tagliato il tasso di interesse sui depositi da -0,25% a -0,75%. Inizialmente, la divisa elvetica si è apprezzata di circa il 30% contro l’euro e l’azionario svizzero ha registrato perdite significative, nonostante in molti casi i cali siano stati più che compensati dal rafforzamento della valuta. In altre parole, il mercato azionario perdeva il 5%, denominato in franchi, ma era significativamente in rialzo in termini di euro. 

 

Rory Bateman, head of European equities di Schroders, analizza la situazione così: "In molti dei nostri portafogli abbiamo agito in maniera opportunistica, realizzando i guadagni impliciti su alcuni titoli dove i movimenti sono stati anomali. Tuttavia, durante periodi di estrema volatilità, a nostro avviso bisogna concentrarsi sui fondamentali. L’impatto sulle transazioni di molte società basate in Svizzera sarà significativo, dato che la base di costo, denominata in franchi, è considerevolmente aumentata rispetto a molte controparti europee e internazionali".


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"In effetti, nel corso della giornata abbiamo visto i prezzi azionari delle società svizzere adattarsi alla realtà: mentre le aziende hanno aumentato il loro valore in termini di euro, sulle loro performance operative peserà la rivalutazione del franco. La divisa elvetica ha perso una parte dei guadagni iniziali e sembra in via di stabilizzazione poco sopra la parità contro la moneta unica. Nei prossimi giorni, nei nostri portafogli, faremo le nostre valutazioni sul probabile impatto di questi sviluppi sugli utili delle società".

 

Secondo Bart Van Craeynest, Capo Economista di Petercam, "sembra che la Banca Nazionale Svizzera abbia calcolato male le reazioni dei mercati, con il franco che ha guadagnato circa il 18% contro l’euro. Questo è un problema per l’economia elvetica, poiché circa il 50% delle esportazioni è diretto verso l’Eurozona. Gli esportatori svizzeri probabilmente non saranno in grado di affrontare un rafforzamento così significativo della divisa nazionale. La Banca Nazionale Svizzera ha chiuso la propria dichiarazione sull’abbandono del floor per il tasso di cambio dicendo che resterà attiva sui mercati valutari per evitare un irrigidimento inappropriato delle condizioni monetarie, un messaggio che in qualche modo si è perso in tutta la confusione di queste ore. Se il franco dovesse nuovamente testare la parità contro l’euro, la SNB sarà obbligata a intervenire di nuovo per limitare il rafforzamento della valuta elvetica”.

 

Secondo Dirk Aufderheide, chief currency strategist active di Deutsche Asset & Wealth Management,  "questa è una mossa a sorpresa da parte della Banca Nazionale Svizzera. Avendo compreso quanto sia difficile ancorare la valuta a un determinato tasso di cambio, ha preferito accettare una fine dolorosa piuttosto che un dolore senza fine”.

 

"La BCS è stata uno dei più grandi acquirenti di euro, principalmente in obbligazioni denominate in euro. La politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea stava rendendo questa politica sempre più insostenibile, esponendo le riserve valutarie della Svizzera a rischi enormi. La Banca Centale Svizzera avrebbe potuto intraprendere una strada meno dirompente, come ancorare il Franco Svizzero a un paniere di valute. Questa conclusione radicale della sua politica è davvero controproducente per la BCE. Ma è liberatoria per la BNS, che ora può concentrarsi sul suo mandato di politica monetaria e sulla macroeconomia del Paese."


"La domanda chiave è: che cosa significa questo per l'economia reale? In un momento di calo dei prezzi del petrolio, l’apprezzamento del franco svizzero aumenta il rischio di deflazione e le imprese svizzere hanno perso competitività. Alcuni investitori potrebbero essere colti di sorpresa. E’ rischioso basare una strategia di investimento sulla base di ipotesi relative alle politiche delle banche centrali. Da oggi in poi, più investitori si chiederanno se le banche centrali siano affidabili."

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