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Schroders continua a credere nelle banche italiane

2/4/2016

La casa di investimento britannica ha compiuto solo lievi aggiustamenti nei portafogli già esposti al settore bancario italiano e non ha investito sulla parte più in crisi del comparto


La scorsa settimana il governo italiano ha raggiunto un accordo con l'Unione Europea per risolvere il problema degli elevati livelli delle sofferenze bancarie stimate in 200 miliardi di euro. Il salvataggio però non è stato ben visto dal mercato: i dettagli fino ad ora rivelati suggeriscono che la soluzione trovata dal governo non è la svolta che molti si aspettavano. "Senza giri di parole, non si tratta di una bad bank, ma piuttosto di uno schema che permette alle banche di disfarsi di alcuni dei propri non performing loans a favore degli investitori privati. È importante sottolineare che siamo soltanto all’inizio di questo processo e che mancano ancora i dettagli più importanti, pertanto persiste una significativa dose d’incertezza" spiega Hannah Piper, gestore del team azionario Europa di Schroders.

"La buona notizia - prosegue - è che tale schema funziona su base volontaria: ciò aiuterà ogni banca a liberarsi nel tempo di alcune delle proprie sofferenze attraverso un processo molto selettivo: lo schema sarà aperto per 18 mesi con la possibilità di rinnovo. La cattiva notizia è che crediamo che ciò sarà soltanto parzialmente d’aiuto. Non sembra essere un processo di pulizia dei bilanci appropriato, che ripristini la completa fiducia e profittabilità del sistema bancario italiano: al momento, i prezzi di mercato non rendono vantaggioso disfarsi dei propri NPL".

Schroders ha già un’esposizione sulle banche italiane in alcuni dei suoi portafogli, in quanto crede che possano trarre beneficio da molti altri fattori. "Tali fattori - sottolinea il gestore - includono la ripresa dell’economia italiana, il consolidamento nel settore delle banche popolari e le riforme del premier Renzi, tra cui la riforma della legge sul pignoramento per velocizzare il processo sui NPL. Di conseguenza, in relazione alle ultime notizie, abbiamo compiuto soltanto lievi aggiustamenti nei portafogli, in particolare per via della mancanza di dettagli circa il processo d’implementazione".

"A meno di divergenze significative nelle valutazioni, cerchiamo di non fare scommesse binarie. Non abbiamo sentito la necessità di investire sulla parte più in crisi dello spettro, che trarrà il maggior beneficio dalla creazione di una bad bank, poiché riteniamo ci sia abbastanza valore anche in altre aree" conclude il gestore.

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