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East Capital: Trump ancora contro Putin

4/19/2018 | Greta Bisello

Nuova ondata di sanzioni nei confronti di Putin da parte del Presidente Trump, molte le complicazioni politiche e le strategie alla base, ecco quali conseguenze


Il presidente Trump continua a colpire e lo fa indirizzandosi di nuovo verso la Russia. Altre sanzioni in vista, la lista include 7 oligarchi, 17 funzionari e 12 società. Il mercato russo è calato del 9,7% nell’ultima settimana, oltre a un indebolimento del 6,0% del rublo rispetto al dollaro.

Secondo Jacob Grapengiesser, partner e head of eastern europe di East Capital, la differenza rispetto all'ondata precedente sta nel fatto che in questa istanza a tre società quotate, tra cui due (EN+ e Rusal) in cui gli investitori sono esposti in maniera significativa, è stato comminato il livello massimo di sanzioni (OFAC – de facto un congelamento degli asset). Le azioni delle due società si sono dimezzate e gli scambi sono stati bloccati dalle istituzioni di clearing. Gli investitori hanno ora 30 giorni per vendere questi titoli. East Capital non è investita né in EN+ né in Rusal.


È stato colpito in particolare Oleg Deripaska, il primo azionista di EN+ e Rusal. La diretta conseguenza è stato il blocco delle vendite di alluminio da parte di Rusal sul London Metals Exchange. Considerati i debiti pari a 9,6 miliardi di dollari è difficile vedere come la società possa sopravvivere dato che le banche occidentali probabilmente smetteranno di finanziarla. Lo Stato russo molto probabilmente interverrà per salvare Rusal, ma non è chiaro se Deripaska continuerà ad esserne il proprietario.

Risvolti politici che ci riportano al caso Russiagate: secondo alcune voci Deripaska ha prestato denaro a Paul Manafort, che ha contribuito all’elezione di Trump. Si può quindi vedere una sorta di interferenza russa nelle elezioni USA, e potrebbe essere la ragione per cui Deripaska è stato oggetto di sanzioni.

 

È importante differenziare tra effetto sul mercato nel breve termine e conseguenze economiche. Delle 24 società russe che East Capital ha incontrato nei giorni appena trascorsi non una ha rivisto al ribasso le proprie previsioni, mentre alcuni esportatori prevedono addirittura di fare affari migliori vista la debolezza del rublo.

 

Un buon indicatore del sentiment di mercato potrebbe essere la scelta di Sberbank, la più grande banca del Paese, che ha mantenuto stabile l’indicazione del costo del rischio, pari a 130 punti base. La banca aveva mantenuto un certo buffer rispetto al dato e si aspettava una revisione al ribasso dello stesso, mentre ora prevede di essere in linea. Non è previsto, conclude l'esperto, nessun impatto significativo in termini di crescita economica, anche se il rublo debole potrebbe portare a un leggero aumento dell’inflazione rispetto al dato attuale del 2,4%.

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