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Mercati obbligazionari: lo sguardo di DPAM sul 2020

1/28/2020 | Lorenza Roma

I tre fattori di cambiamento che nel 2020 faranno aumentare i premi al rischio. L'analisi di Peter De Coensel


La tendenza disinflazionistica che dura da 40 anni è strutturale o può essere soggetta al cambiamento? L’arrivo del 2020 rappresenta l’inizio di un nuovo decennio e il cambiamento è alle porte: la disinflazione lentamente si trasformerà in un’inflazione pari o addirittura superiore all’obiettivo e la crescita reale globale recupererà attestandosi a un ritmo sostenibile e pari al 3%. Ciò si tradurrà in un aumento dei premi al rischio per le scadenze dei titoli obbligazionari, attualmente negativi o estremamente bassi. Questa l'analisi di Peter De Coensel, CIO fixed income di Degroof Petercam AM

 

Il vento del mercato obbligazionario sta cambiando direzione. Ecco quali sono, secondo DPAM, i tre fattori che avranno un ruolo rilevante nel far risalire i premi al rischio. Il primo e più importante fattore è basato sulla convinzione che il predominio della politica monetaria si dissiperà nei prossimi due anni, mentre la politica fiscale diventerà un motore più forte della crescita degli investimenti. Il secondo fattore che spingerà verso l'alto i premi al rischio obbligazionari è l'inflazione. Le previsioni di un’inflazione al di sopra dell'obiettivo saranno testate prima di quanto si creda. L'inflazione salariale ha una chiara tendenza positiva ed è il risultato di condizioni del mercato del lavoro dove la domanda è sempre più forte. Un terzo fattore è rappresentato dall'arresto della globalizzazione. La globalizzazione è stata il fulcro della disinflazione. Questo spiega, ad esempio, perché lo shock demografico giapponese non sia mai diventato inflazionistico. L'impegno del Giappone per ravvivare la propria economia dall'inizio del secolo è avvenuta proprio nel momento in cui il boom disinflazionistico globale è stato più forte. Inoltre, l'attuale impatto negativo sulla crescita sarà transitorio. Nel 2020, le controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina condizioneranno le opinioni degli investitori su un orizzonte temporale di 2 anni. Ma il peggio è passato e la politica economica tornerà al centro dell’attenzione.

 

"Per quanto riguarda l'Italia, prevediamo una leggera riduzione degli spread, con una preferenza per l'estremità più lunga della curva, ha dichiarato l'esperto. La BCE potrebbe prendersi una pausa nel 2020. La politica di allentamento quantitativo dovrebbe essere di supporto per lo spread, favorendo un appiattimento delle curve del credito. Gli investitori che scelgono la loro allocazione obbligazionaria sulla base della sicurezza offerta dal consenso di mercato sul tema “tassi bassi per lungo tempo" dovrebbero stare attenti perchè il vento nel mercato obbligazionario sta cambiando direzione. Siamo pronti ad affrontare la normalizzazione dei tassi. Tuttavia, non siamo ingenui e riconosciamo che il trend rialzista obbligazionario non si arrenderà facilmente", ha concluso De Coensel.

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