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Cina, investire nella new economy

4/28/2020

Carmignac analizza l’impatto dell’epidemia di Covid-19 sull’economia della Cina e le prospettive dell’azionario del colosso asiatico


“L'attuale crisi sta rafforzando alcuni trend già in atto: pressione deflazionistica, rallentamento della crescita globale e dispersione delle performance economiche tra i diversi paesi. Anche la ribellione politica contro la globalizzazione proseguirà, ma riteniamo che la Cina beneficerà di molteplici vantaggi che potrebbero aiutarla a uscire dalla crisi più forte in termini relativi”. E’ questa la view di Didier Saint-Georges, managing director e membro del comitato strategico di Carmignac, espressa nel corso di una tavola rotonda audio con i media focalizzata sulle prospettive del gigante asiatico.

 

Dopo la forte contrazione dell’attività manifatturiera dovuta al lockdown registrata a febbraio, a marzo l’economia cinese ha iniziato un lento recupero, ma con velocità molto differenti tra un settore e l’altro. Gli investimenti nelle infrastrutture e nell’immobiliare sembrano guidare la ripresa. Il minor peso del settore servizi sul PIL rispetto alle economie occidentali in questa particolare crisi rappresenta un vantaggio.

Il ritorno di una quota importante della produzione industriale verso gli Stati Uniti è iniziata già nel 2019 e ci sono forti pressioni politiche affinchè il trend prosegua. Tuttavia, da un punto di vista economico, Saint-Georges sottolinea che le aziende occidentali non rinunceranno facilmente ai benefici di una produzione basata in Cina. Soprattutto in un contesto caratterizzato da una più debole domanda per consumi, le imprese saranno attente a preservare i margini attraverso un’ottimizzazione della catena produttiva, e l’accesso al mercato domestico cinese è di per sé una giustificazione ulteriore per mantenere una produzione locale. Sotto questo aspetto il caso di Tesla è un ottimo esempio.

 

La Cina ha finora evitato interventi di supporto governativo su larga scala a favore di un approccio più mirato, anche se la Banca centrale ha incoraggiato le banche ad aumentare l’attività sui prestiti, e reventemente si è registrato un leggero aumento nella crescita del credito. Sebbene in questo momento sia oggettivamente molto difficile fare previsioni accurate riguardo ai crediti inesigibili, la crescita potrebbe essere modesta, perché la quota predominante (circa il 70%) del portafoglio debiti delle banche cinesi sia in serttori a basso rischio, rispetto alla sensibilità alle ricadute dovute al Coronavirus.

 

Dopo lo scenario macro disegnato da Saint-Georges, Haiyan Li-Abbé, analista e fund manager specializzata sul mercato cinese, si è soffermata sulle prospettive d’investimento nel comparto azionario del Dragone. L’azionario cinese da inizio anno sta sovraperformando gli indici globali. Alcuni settori, quali l’e-commerce, la telemedicina e i produttori di vaccini, hanno addirittura messo a segno robusti guadagni.

 

Questa outperformance secondo Li-Abbè può essere ricondotta a diversi fattori: innanzitutto gli indici cinesi non esprimevano multipli elevati se comparati agli indici globali, soprattutto quelli statunitensi. In secondo luogo le misure di contenimento adottate sono state stringenti e molto efficaci (nonostante il ritardo iniziale) e il periodo di lockdown non è stato molto lungo fuori dalla regione dell’Hubei; l’attività economica è ripresa poco più di un mese dopo. Inoltre la Cina produce il 60% delle mascherine a livello globale, e la loro disponibilità ha consentito ai lavoratori di riprendere l’attività. Un altro fattore è da ricondurre alle iniezioni di liquidità da parte della PBoC, che hanno consentito il mantenimento dei flussi di capitali nei mercati finanziari. Infine i settori della new economy (5G, Cloud, Data center, didattica online, e-commerce, telemedicina, smart city, ecc.) hanno ricevuto un’ulteriore spinta dallo scoppio della crisi. Proprio i nuovi settori economici, sono quelli da privilegiare nei portafogli, e secondo l’analista di Carmignac offrono le prospettive più interessanti.

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