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Giappone, un mercato rifugio

7/22/2020

L’elevato risparmio interno e l’enorme massa di liquidità accumulata dalle società quotate rendono solide le prospettive future. L'analisi di Capital Group


La pandemia ha trascinato in recessione l’economia giapponese, già indebolita dal rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, ma tra le ombre inizia intravedersi qualche luce. Tanto per cominciare, come spiega Christophe Braun, investment director di Capital Group, il Giappone ha un elevato risparmio interno (24,7% del PIL nel 2018, secondo i dati della Banca Mondiale) ed è considerato da molti un mercato rifugio poiché detiene una quantità significativa di liquidità entro i suoi confini. Di conseguenza, lo yen giapponese è rimasto abbastanza stabile nel recente periodo di volatilità, mentre molti altri paesi stanno vivendo difficoltà doppie con l’indebolimento della valuta e il mercato azionario in calo, soprattutto per quanto riguarda il dollaro Usa.

 

Braun spiega che le società quotate in Giappone hanno accumulato enormi quantità di liquidità (506,4 trilioni di yen nel settembre 2019 secondo le rilevazioni di Bloomberg), “un aspetto in netto contrasto con la situazione dei peer globali e che dimostra ancora una volta che la liquidità regna sovrana in tempi difficili. Un bilancio solido è particolarmente importante durante le fasi di recessione economica in quanto fornisce alle aziende una piattaforma stabile per compiere passi strategici e aumentare le quote di mercato. In altre parole, tali aziende potrebbero uscire dalla recessione più rapidamente e più forti”.

 

Un altro elemento che rende interessante il mercato nipponico è il fatto che molte aziende giapponesi vantano oggi divisioni competitive a livello globale, alcune tra le migliori in settori come l’automazione, la meccatronica e la produzione di precisione. “La crescente abilità dimostrata dal paese in particolare nelle tecnologie di automazione si deve alla necessità di contrastare gli effetti negativi del calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione.

Recentemente, l’attenzione degli investitori si è rivolta a quelle aziende ben posizionate per il futuro, mentre il mondo intero si sta adattando a una nuova normalità: un ambiente dove i modelli commerciali cambiano in continuazione sotto la spinta di tecnologie dirompenti e nuovi comportamenti dei consumatori scaturiti dalla pandemia di Covid-19. L’improvviso aumento della necessità di lavorare da remoto e di soluzioni di telelavoro ha creato una forte domanda di servizi di rete, personal computer, tablet, software e cloud. Il Giappone vanta aziende competitive in tutti questi settori”.

 

Ma avere il giusto business, prodotto, servizio o tecnologia è solo una parte dell’equazione, perché Braun evidenzia che molte realtà giapponesi stanno migliorando attivamente anche il proprio standard di corporate governance in risposta al Codice di Corporate Governance introdotto dal governo nel 2015. “Anche se ci vorrà del tempo perché le società nipponiche comprendano appieno e colgano i frutti di una buona gestione aziendale, molte si stanno muovendo nella giusta direzione attraverso aumenti dei dividendi, riacquisti di azioni e una migliore gestione del bilancio”.

 

Date le dinamiche, conclude Braun, “il Giappone è un classico esempio di mercato favorevole agli esperti di selezione dei titoli in cui la ricerca di tipo bottom-up può essere d’aiuto per individuare gli elementi più promettenti – imprese interessanti, competitive a livello globale e ben posizionate per la nuova normalità”.

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