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Cina, sorpasso agli USA anticipato di due anni

1/18/2021 | Daniele Riosa

Calef (Notz Stucki): “Nel 2021 la crescita economica potrebbe spingersi addirittura fino all’8%”


Mentre il resto del mondo fa i conti con una pesante recessione che renderà il 2020 un anno storico per l’economia mondiale, la Cina prosegue la sua crescita quasi indisturbata, aggiudicandosi una fetta maggiore del PIL globale che, secondo alcune stime, diventerà progressivamente sempre più grande col passare degli anni. Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, spiega che analizzando “le proiezioni del peso del PIL cinese su quello globale, ponendo un confronto tra le stime pre-Covid e post-Covid, si i evidenzia, innanzitutto, come prima della pandemia la crescita rispetto agli altri Paesi fosse già significativa ed ora, grazie ad una miglior efficienza nella gestione della crisi sanitaria, il colosso asiatico potrebbe addirittura averne accelerato il passo”.

Il gestore sottolinea che “a margine del 2020, dunque, la Cina ricoprirà una fetta del PIL mondiale pari al 14,5% circa, anziché 13,9%. Inoltre, secondo le proiezioni, nel 2024 la fetta potrebbe salire già quasi al 16%, rispetto ad un 15% stimato prima della pandemia, col risultato che la Cina potrebbe sorpassare l’economia statunitense nel 2028, ovvero con un anticipo di due anni rispetto alle stime pre-Covid. E non ci dimentichiamo che nel corrente 2021 la crescita economica potrebbe spingersi addirittura fino all’8%, con sostegni importanti che provengono dai consumi, dagli investimenti in costante crescita e da un incremento delle esportazioni”.

“Pertanto – prosegue il manager - noi crediamo che la Cina possa essere un’area interessante a cui dedicare una piccola porzione del proprio portafoglio, anche se, tuttavia, dovremmo considerare due aspetti, uno positivo ed uno negativo. Per quanto riguarda il primo, segnaliamo come essa offra delle opportunità attraenti anche nei migliori trend di investimento che riguarderanno i prossimi decenni ed uno su tutti riguarda le clean energy. Infatti, non solo USA ed Europa hanno definito degli obiettivi ambiziosi riguardo alla riduzione delle emissioni di carbonio, ma anche il ‘Dragone’: il presidente Xi-Jinping ha definito una deadline per raggiungere la carbon neutrality, ovvero il 2060”.

In particolare, “ci si attende uno sviluppo sostenuto dell’energia solare, che, entro quella data, potrebbe registrare un incremento della capacità fotovoltaica tra le 50 e le 100 volte superiore rispetto a quella attuale. Il secondo aspetto, invece, riguarda un punto d’attenzione. Si ricordi, infatti, che la guerra commerciale con gli USA ad oggi non è finita ed anche con Biden i rapporti potrebbero continuare a deteriorarsi”.

“Pertanto – conclude Calef - per investire in quest’area riteniamo sia opportuno affidarsi a gestori locali che applichino strategie long/short, sfruttando la loro expertise per raggiungere il duplice obiettivo di selezionare le opportunità più redditizie nel lungo termine e di limitare i rischi derivanti dalla trade war”.

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